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LA SECONDA NOTTE DI NOZZE regia di Pupi Avati

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  12/11/2005 21:38:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Avati affonda da secoli (?) nella nostalgia, i ricordi delle origini contadini, la famiglia patriarcale, il sapore genuino della polenta e delle grandi abbuffate per gli anniversari, i matrimoni, i compleanni. C'era un tempo... un tempo in cui tutto questo, e in anni di carenza e difficoltà, tutto questo accadeva veramente. La gente si amava anche se la morale imponeva le sue regole. Avati si riconosce, da sempre: c'è chi lo trova insopportabile e chi plaude alla sua tutto sommato prevedibile, poesia, C'è anche un Avati di culto che ha realizzato alcune delle piu' strabilianti opere horror-.fantastiche italiane ("la casa dalle finestre che ridono", "Zeder", "Magnificat") che è anche quello che preferisco. Se il manierismo fa spesso capolino nel suo cinema, è colpa della sua dipendenza. Tutto sommato questo film non è così esauriente, i luoghi comuni si sprecano, (il voto vero sarebbe un 6/7) ma si segnala per la prova maiuscola di almeno una parte del cast. Su tutti, un melanconico, affettuoso, stralunato Antonio Albanese la cui interpretazione del "problematico" Giordano non sarà facilmente dimenticata. Altra sorpresa, una Ricciarelli lontana dai fasti di Puccini e Verdi, splendidamente dimessa e davvero credibile nei panni della popolana Liliana (è nata una stella nel nuovo cinema italiano?). Per il resto, qualche macchietta di troppo (cfr il redivivo Santagata che impersona un popolare attore degli anni trenta dall'esistenza un po' viveur) nulla toglie comunque alla briosità di un film innoquo, ma divertente e capace anche di qualche tenera sfumatura intelligente: su tutti, il personaggio di Giordano, esca e cavia per disinnescare le bombe, specialmente in un'unica grande scena: quando si ferma per paura (o forse per coraggio) e vede tutto il limite della propria esistenza sacrificato alla maldicenza e all'ottusa intolleranza del mondo circostante. Anche nell'eden di aromi culinari e umili riti affettivi del tempo che fu, un Puro di spirito puo' percepire il segno della propria sofferenza
parrocchetto  12/11/2005 23:08:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
MA CHE CA...ZZO STAI ADDI
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  13/11/2005 00:16:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Senti un po' fottiti, che è meglio
Federico  21/12/2005 18:09:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
vai kowa :-D