GianniArshavin 5½ / 10 02/12/2014 23:25:38 » Rispondi La riscoperta post-2000 dell'opera filmica di Di Leo ha portato alla ribalta , fra gli altri, "Avere vent'anni" , forse il suo film più personale e atipico che oggi è oggetto di svariate lodi sul web e non. Personalmente , pur riconoscendone alcune qualità, credo che la pellicola in questione abbia beneficiato di una rivalutazione eccessivamente positiva , visto che agli indubbi pregi debbono essere accostati anche tanti difetti non da poco. La storia , scontata e poco scorrevole , parte come una qualsiasi commedia erotica all'italiana di serie B , per poi tramutarsi in un film drammatico di denuncia nello shoccante finale. Il problema dell'opera è che la trasformazione avviene troppo rapidamente e in modo esageratamente massiccio: il prodotto infatti è costituito perlopiù da un susseguirsi di battute volgari,scene erotiche , personaggi macchietta, ironia spicciola e da un ritmo molto blando che cozzano marcatamente con il taglio violento dato al , comunque coraggioso e non facilmente dimenticabile, finale. Di Leo prova a rappresentare , con leggerezza prima e brutalità poi, un affresco di quegli anni fra disillusione giovanile,ideali andati in malora e mentalità retrograde riuscendoci però solo in parte. Lodevole è il tentativo del regista di dare un volto ad un processo storico/culturale che stava scuotendo i giovani dell'epoca ma la messa in scena sfortunatamente non è sempre all'altezza dell'ambizioso compito. Passando alle protagoniste , le due attrici principali non sono un granché a recitare ma la bellezza mediterranea della povera Lilli Carati e quella angelica della Guida bastano e avanzano per sopperire a queste mancanze. Dunque un'opera che all'uscita venne boicottata da chiunque e che oggi forse è stata sopravvalutata un pochino , invecchiata non certamente benissimo ma che tuttavia dispone comunque di alcune cartucce che ne giustificano la visione.