kowalsky 9 / 10 17/12/2005 13:32:31 » Rispondi Mi domando con quale coraggio si possa distruggere Jarmush e osannare, che so, un Harry Potter, che ha certamente motivi di interesse, ma anche certi spiccati difetti di non poco conto (forse da queste parti la parola script o sceneggiatura non esiste?). Il pubblico è sempre piu' pigro e nemmeno si domanda perchè questo film ha suscitato pareri positivi dalla critica di tutto il mondo, ma già visto che ci siamo, la critica non ha senso, e non deve esistere. Come stupirci di cio'? Tuttavia un film minore (rispetto a Dead Man e Ghost dog s'intende) di Jarmush è superiore al 90% delle ciofeche che guardacaso in queste pagine vengono sorprendentemente incensati ed esaltate. In fondo, è solo questione di tempo: forse Broken Flowers rappresenta una "vacanza" atta a trovare i soldi per finanziare il suo prossimo film, ma è un film delizioso, curato nei minimi particolari e molto piu' profondo di quanto possa sembrare. Il cinema di Jarmush è quello degli agglomerati urbani, delle province americane, dell'"altra gente", un cinema che esibisce le contraddizioni di quel "Mondo a parte" che dovrebbe almeno parzialmente rappresentarci. Un cinema che al clamore dell'action-movie preferisce la radicale profondità empatica del minimalismo. Proprio come quello, pur discontinuo, di Alexander Payne. Ed è nuovamente incoraggiante sapere che si puo' essere pop(ular) senza per questo perdere la propria autonomia ideologica rispetto agli standard e ai clichè tipici di Hollywood. E' una Piccola America che ha voce in pochi film, un'America che sembra non piacerci perchè ci costringe a identificarci fin troppo con la monotonia consolidata del nostro universo, con il crocevia (il bivio) della provincia rispetto alla duplice utopia di società industriale. L'omaggio a Eustache (mai tornato così di moda, v. ultimo Garrel) e la citazione di Ibsen (la Swinton-Dora come la Nora di "Casa di bambola") sono magnifiche progressioni di un'autore che non ha mai perso di vista la cultura europea, cinematografica e letteraria.
"l'unica cosa che esiste è questo, il presente"
Cinema di padri. Come l'ultimo Spielberg, come i Dardenne, come l'ultimo sottovalutato (ingiustamente maledizione) film di Wenders, ovvero la possibilità di non negarsi un'altra vita. Chi ha voluto vedere in questo film una prosecuzione del discorso relazionale di "lost in translation", si sbaglia, o forse no. Questo film rispetta l'ordine contrario, le figure femminili di Don appaiono come "feticci" di un percorso che si dichiara pronto a desistere e a lasciarsi andare. E' la "fabbrica degli animali" di un(a) dott. (ressa? ) Doolittle, il regno falsamente dorato di una casalinga frustata e un po' nevrotica, il post-modernismo femminista e "licenzioso" di una madre e di sua figlia (lola-lolita-nabokov), che chissè perchè mi ricorda spietatamente le ginnaste di Willy Ponka e del perfido manierismo di Tim Burton. Ma poi Jarmush ci porta nel piu' veritiero dei confronti con la realtà, davanti all'ultima ex-fiamma ( o ex-preda) che vive in un umile prefabbricato tra uomini rozzi e probabilissimi tormentati rapporti con la prossima bolletta da pagare. La cosa sorprendente di questo bellissimo film è la sua capacità di rappresentare il nucleo anche davanti simili complessità. Inoltre, è un film che esibisce e al tempo stesso comprime, fino alla rimozione assoluta, tutto il suo apparente glamour. E la sua sottile ma penetrante capacità di analisi, il silenzio che dice piu' di mille parole, l'apparente distacco da un'illusione che si rivela in fondo la vera ragione di vita (l'importante è credere nell'illusione) tutte queste cose non sono difficili da assimilare, ma evidentemente retrive - ripeto - per uno spettatore pigro che si dmostra incapace di farsi guidare dal cinema. Peccato
badovino 22/12/2005 19:34:05 » Rispondi Chiedo solamente scusa a Kowalsky. La sezione dedicata alla sua analisi sul film si è trasformata in un dibattito bambinesco. Buon Natale a tutti
cash 17/12/2005 14:22:46 » Rispondi "E' una Piccola America che ha voce in pochi film, un'America che sembra non piacerci perchè ci costringe a identificarci fin troppo con la monotonia consolidata del nostro universo, con il crocevia (il bivio) della provincia rispetto alla duplice utopia di società industriale."
come hai evinto ciò?
"E la sua sottile ma penetrante capacità di analisi, il silenzio che dice piu' di mille parole, l'apparente distacco da un'illusione che si rivela in fondo la vera ragione di vita (l'importante è credere nell'illusione) tutte queste cose non sono difficili da assimilare, ma evidentemente retrive - ripeto - per uno spettatore pigro che si dmostra incapace di farsi guidare dal cinema. Peccato".
qual'è la sottile ma penetrante capacità d'analisi?
kowalsky 17/12/2005 14:44:25 » Rispondi Beh non ti sembra che in fondo la nostra periferia sia un po' la stessa? Sarà che do' molta importanza di recente al benessere psicofisico ambientale... comunque è un film su una prova di responsabilità e per questo
per questo il finale è straordinario: non è importante sapere se Don avrà o no un figlio, ma la consapevolezza di essere padre comunque, o di poterlo essere. E' una sfumatura non da poco... io ho un'amico che ha avuto un rapporto occasionale con una tipa e ha avuto una figlia che non vuole sapere neanche di conoscere... Sarò moralista ma il personaggio di Don merita piu' rispetto del mio amico
maremare 18/12/2005 00:28:23 » Rispondi quoto assolutamente sul finale: tutti questi 'figli' che appaiono a Don, come una persecuzione ridondante e vertiginosa. una sorta di insight psicoanalitico, culminante con l'incrocio di sguardi col ciccione in macchina.
chicca finale: ho letto da qualche parte che il ciccione sarebbe il vero figlio di Murray
cash 18/12/2005 11:02:37 » Rispondi capirai che finale, assolutamente nuovo per la storia del cinema; c'era una puntata dei simpson identica, quelal del "flambè boe".
cash 18/12/2005 11:05:37 » Rispondi hai visto il quarto episodio del "decalogo"?
Lot 19/12/2005 08:09:56 » Rispondi Kow, capisco che tu sia di buon cuore e ti piaccia jarmush, ma veramente trovate questo film così tanto più impegnato, approfondito e ben scritto del piattissimo e famigerato american beauty? Anche solo rimanendo sul tema della paternità e limitandosi ai film in sala, hai visto 'l'enfant'? Che gli dai a quello, 19?
maremare 19/12/2005 10:13:41 » Rispondi stai parlando di tre film completamente differenti tra loro. non si può paragonare jarmusch a mendes o ai dardenne. così facendo si entra nel campo dei gusti personali. ad es. a me 'american beauty' è piaciuto più di 'lost in translation' (e ti parlo di due film che si avvicinano di più fra loro, per struttura cinematografica, rispetto agli altri da te citati)
Lot 19/12/2005 10:24:51 » Rispondi Si, lo so che si tratta di film diversi, american beauty l'ho citato perché se ne parlava in un commento + avanti, quello dei dardenne perché l'ho visto ieri e tratta dello stesso tema, li ho accostati solo per forzare la mano e capire dove vedeva il 9 che è un voto veramente alto, poi infatti ha chiarito che il voto reale era nettamente più basso. Si tratta di film discreti, nulla più, ad american beauty darei 6.5, a LIT 6 (come questo), li accostavo come livello generico, non come struttura.
kowalsky 19/12/2005 12:48:21 » Rispondi Ripeto, comunque è un tipo di cinema che mi piace e per i motivi che ho citato. Non c'è bisogno di seguire chissà che parametri, ma il tutto è gustoso, delicato e soprattutto mai stucchevole. E' un cinema minimalista che ha la capacità di descrivere gli stati d'animo anche con una vena di cinismo. Ho letto che jarmush si è ispirato a Truffaut e Fassbinder. Pertanto qui stiamo criticando un prodotto che ci appartiene in quanto europei(sti). Ma non sarà forse che questo genere di film (anche sideways di Payne) alla fine infastidiscono il pubblico abituato alla convenzionalità del mercato usa?
kowalsky 19/12/2005 13:02:33 » Rispondi Comunque alzare un voto non è un atto di disonestà... c'è troppa gente col prosciutto negli occhi qui dentro, e non mi posso adeguare
Lot 19/12/2005 13:33:08 » Rispondi Ma è chiaro che i blockbuster-addicted che ti votano 2 non devi manco tenerli in conto, solo ti dico che il film è discutibile anche per chi può apprezzarlo, sembra più una pausa come dicevi. Io coltivo dei sani pregiudizi per cui harry potter, king kong ecc... non vado manco a vederli (della colonna in sala ho scelto questo, dardenne, cronenberg e herzog) epperò non è che mi abbia particolarmente entusiasmato, minimalista sì ma un pò buttato lì pure. Comunque direi che ci siam capiti.
cash 19/12/2005 13:06:12 » Rispondi parti dal presupposto che un film del genere può anche non piacere, pur mantenendo nella critica ad esso uno sguardo attento e lucido.
kowalsky 19/12/2005 09:08:45 » Rispondi Stamo parlando di due autori diversi, sono sicuro che l'enfant è un bel film non l'ho ancora visto. Non è essere generosi, infatti il mio voto sarebbe stato 7.5 (altri film di Jarmush mi hanno detto di piu') ma ho dovuto alzare la media, anche se non ci sono riuscito piu' di tanto
Lot 19/12/2005 09:35:15 » Rispondi Allora se ti metti anche tu a giocare con le medie non sei particolarmente corretto, chi ti risponde pensa che lo valuti 9. L'enfant è uno splendido film, duro e soprattutto molto curato nella sceneggiatura che alla fine è l'unica cosa che a me importa; questo di jarmush poteva pure esserlo ma sinceramente non mi è parso particolarmente profondo o introspettivo, bensì piuttosto affrettato, specie nella scrittura dei personaggi. Il trailer poi sparava titoloni come 'esilarante', 'il film + spassoso dell'anno', segno che anche i critici non hanno granché capito la vena amara che il regista voleva dare e che è risultata solo fino a un certo punto.
maremare 19/12/2005 10:06:39 » Rispondi maddai, che c'entra il trailer con la critica? non credo che la critica l'abbia giudicato ' il film più spassoso dell'anno', quella è una delle solite operazioni pubblicitarie. vatti a rileggere un po' di recensioni di venezia
Lot 19/12/2005 10:16:58 » Rispondi Il trailer riporta i soliti stralci delle critiche dei giornali americani (times, washington post... esticaz.zi) ed 'esilarante' e 'spassoso' li ho citati testualmente. Poi è chiaro che è una forzatura pubblicitaria però quel che dico è: 1-se è una forzatura va comunque nella direzione opposta al significato del film che come detto era amaro e al massimo poteva far sorridere, di certo non ridere 2-è un film la cui valutazione può oscillare tra il sufficiente (6) e il discreto-buono (7-7.5) e in questo range si può discutere di quanto sia o meno efficace, chiaro che i 2-3 sono voti senza senso ma anche i 9 riserviamoli ad altri film, pure dello stesso jarmush se vogliamo (down by law magari)
maremare 19/12/2005 10:37:38 » Rispondi quoto sui criteri di valutazione
badovino 21/12/2005 17:54:20 » Rispondi Sono completamente d'accordo con te Kowalsky. Noi europei abbiamo avuto...e abbiamo tutt'oggi la fortuna di avere alle basi della nostra cultura artistica personaggi strabilianti. E la nostra stessa cultura artistica è stata, e lo è ancora, avvalorata da tanti artisti stranieri ovvero extraeuropei. Jarmush è sicuramente uno di questi...e come non ricordare Stanley Kubrik che " lasciava a noi europei la vera essenza dei suoi film" lasciando agli americani holliwodiani e megalomani la scorza.Con questo non voglio dire che tutti i registi americani siano commerciali e mangiasoldi...che sia chiaro; però se solo si riuscisse a valorizzare di più il cinema indipendente penso che ci sarebbe molta più arte nel mondo dei film...e meno business. Bravo Jarmush!
cash 21/12/2005 18:07:18 » Rispondi per cortesia, almeno non accostare kubrick a jarmunino.
badovino 22/12/2005 16:07:12 » Rispondi Per cortesia. fai un discorso intelligente su un film...
cash 22/12/2005 17:24:49 » Rispondi perchè, lo capiresti?
badovino 22/12/2005 18:28:51 » Rispondi il problema è se tu hai la facoltà intellettiva di capire ciò che dici.
cash 22/12/2005 18:40:18 » Rispondi io? nono, infatti mi crea sempre problemi quando consegno una recensione; devo aspettare che nel forum qualcuno mi spieghi cosa ho scritto.
badovino 22/12/2005 18:34:44 » Rispondi Comunque continua pure a scrivere...scrivi..scrivi pure...sfogati... tanto non può esserci dialogo...non c'è niente da dire...anche perchè non hai niete di interessante da dire. Io ho una visione e tu ne hai un'altra...questo io l'ho capito...ma ho dei dubbi che tu lo abbia almeno inteso. Spreca ancora parole messe a caso......sprecale.....
cash 22/12/2005 18:38:44 » Rispondi lo saqi che usare troppi punti esclamativi è sintomo d'ansia e insicurezza?
badovino 22/12/2005 19:01:40 » Rispondi Come mi piace fare incavolare le persone...eheheheh. Punti esclamativi? Quali punti esclamativi? Forse l'ansia che hai tu ti fa sbagliare anche a leggere...è grave sai?Tra l'altro è l'uso di parolacce in un discorso che denotano insicurezza, ansia, rabbia e bruciature.Eheheh. Ad ogni modo sembriamo due bambinoni che litigano per il lecca-lecca.......la palma d'oro per bambino dell'anno la lascio a te. Continua a scrivere cavolate...non risponderò...non mi abbasso ai tuoi livelli. Grazie per la dissertazione di alta classe che hai proposto. Grazie davvero boss..............
cash 22/12/2005 19:24:57 » Rispondi incavolare? ok, ti piace far incavolare le persone. quando poi inizi fammelo sapere che partecipo. vabbè, ignorami pure, ma io ti scrivo con 2 righe e tu replichi con il triplo... ti manca il dono della sintesi, ragazzo.