_Hollow_ 8 / 10 10/02/2012 01:33:22 » Rispondi Scusate, non vorrei sembrare pedante (e di solito non lo sono mai, limitandomi a buttare giù commenti terra terra come si farebbe tra amici al bar), ma devo dire che in molti non hanno affatto capito la genialità di questo film, e visto quanto sia di nicchia lo trovo strano ... sono abituato a vedere commenti ridicoli a film spudoratamente commerciali e sta più che bene ma non capisco come sia possibile per il 2° lavoro di Kitano, visto quindi probabilmente da gente a cui piace il regista o comunque apprezza un certo tipo di cinema. Innanzitutto è sicuramente un salto in avanti rispetto al primo film, carino e con un buon finale ma lineare e "di genere", un semplice poliziesco con tinte un po' noir. Qui Kitano compie un passo da gigante, entrando praticamente nel cinema d'autore, moderno, con una trama fortemente anomala, piena di ellissi, di marche d'autore che lo accompagneranno per tutta la carriera: mi riferisco al tema del mare, ai fiori, al mondo della yakuza. Diventa palesemente un Kitano artisticamente maturo e pronto a sfornare i successivi capolavori.
La narrazione non solo non è lineare per come strutturata, visto che sembra essere tutto solo un film mentale fatto dal protagonista nel momento della cag@#a, ma non lo è nemmeno durante questo "sogno", dato che 1) è piena di salti temporali e 2) c'è un bel flashforward sul futuro di Beat Takeshi, accompagnato tra l'altro da un'inclinazione della macchina (praticamente ha sfornato le 2 cose più rare del linguaggio cinematografico nel giro di 10 secondi ...)
Poi come detto è pieno di momenti da puro "cinema dello sguardo", di inquadrature che durano più del dovuto e di scene tipicamente takeshiane (da qui in poi) come quelle del gioco sul mare e nel campo di fiori, pause visive di calma, di divertimento e forse di riflessione tra eventi totalmente estranei a quei luoghi e legati quasi ad un destino invisibile, che aleggia sempre sopra i personaggi di Kitano.
il finale potrebbe essere una citazione di "C'era una volta in america" all'incontrario, e come tale può essere ciò che appare ma anche no. In C'era una volta in America si ha l'impressione dopo aver assistito allo svolgersi a balzi della trama di aver visto la storia di Noodles attraverso diversi flashback e flashforward, ma viene un dubbio: potrebbe aver immaginato tutto in quella fumeria d'oppio. Qui la prima cosa che salta alla mente è che il ragazzo si sia immaginato tutto, ma può anche essere (benissimo) che lo spettatore abbia appena assistito ad un'enorme flashforward su ciò che sta per avvenire.
Quindi tanto di cappello a Kitano, diventato quasi il mio regista preferito, perlomeno recente, a cui rimprovero un po' solo quei due "Brother" e "Zatoichi" ... 2° prova ottima, complimenti ...