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PINOCCHIO (2019) regia di Matteo Garrone

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  22/12/2019 01:14:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Visivamente è un film molto bello, con una fotografia che cita i Macchiaioli e Magritte, cenni sulla Commedia dell'Arte, Pasolinismi Fellinismi Pirandellismi etc. Tutto così attraente da diventare Maniera. Eticamente Garrone ne fa un'apologo sull'ingiustizia (vai in galera solo se sei onesto), sulla miseria (pensando magari a Dickens, tanta la somiglianza con la dubbia moralita' di Fagin in Oliver Twist di Mangiafuoco) e i tentativi che fa per persuadere tutti noi che il Pinocchio di Collodi diceva qualcosa di più della metafora sui bambini obbedienti, che forse Lucignolo è il primo vero Anarchico, che i Maestri sembrano ottusi e fascisti, sono ammirevoli, ma resta tutto in superficie. Grande talento visivo, intendiamoci, specialmente lo spettacolo delle Marionette, il resto un amaro Carnevale dove soccombe proprio la nobile Arte del Cuore. Con un Benigni che riscatta se stesso (anche se il suo Pinocchio non era disastroso come molti pensano), bravo, Zavattiniano e forse necessariamente edificante Geppetto. Tra i comprimari di lusso, sembra di vedere qualche famoso scrittore che recita in un film la prima volta, tanto è destabilizzante e "scordato" (Rocco Papaleo su tutti). Insomma Garrone è uno dei migliori cineasti italiani, ma qualcosa stavolta non ha funzionato. Una festa per gli occhi, ma dialoghi e personaggi spesso non si possono vedere né sentire. Epilogo da Never ending story che la dice lunga un fantasy mancato che non aggiunge molto al genere. Stavolta non sarà nella mia top list dei migliori film del 2019 malgrado una stima immensa