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M. BUTTERFLY regia di David Cronenberg

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jack_torrence     9 / 10  09/10/2011 11:09:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Uno dei film di Cronenberg da me più amati.
Si può dire dia inizio a una seconda fase della sua carriera, in cui, a parte "Existenz" che fa il verso (con più modesti risultati) a "Videodrome", le trame diventano più classiche, e in cui, cominciando a sganciarsi dal legame al genere fantastico (in cui aveva già dato tutto), l'autore approfondisce i suoi temi prediletti agganciandoli esplicitamente alla psiche.

Il fascino di "M Butterfly", con la sua ipnotica colonna musicale, promana dallo scarto tra la trama melò di un amore estremo sin dall'inizio oggetto d'inganno, da un lato, e l'evidenza del macroscopico errore di Gallimard, che anche allo spettatore che non conoscesse la trama sarebbe quasi subito evidente. Questo scarto è determinante per "congelare" il film e impedire un coinvolgimento emotivo che non è quanto cerca Cronenberg (regista sempre molto cerebrale): ma insieme sospende una vertigine sul personaggio di Gallimard, cui veniamo posti in una prossimità tale da comprenderne i sentimenti. Al punto che egli ci apparire distinto, e in certa misura "più avanti", rispetto al mediocre ambiente che lo circonda all'ambasciata. La sua fine sarà segnata, coerentemente, dalla più totale solitudine di colui che ha compreso sulla sua pelle e a proprie spese una verità che ai più resta ignota.

Ma ciò per cui amo particolarmente "M Butterfly" è il suo essere una ammaliante allegoria di come tutte le nostre certezze possano essere illusione. Il film suggerisce che potremmo tutti essere dei Gallimard, più "fortunati" di lui solamente perché non saremmo costretti, un giorno, a fronteggiare l'inanità di ciò che eravamo convinti costituisse la verità cui avevamo dedicato tutta la nostra vita.
La distanza fra civiltà appare incolmabile come quella fra gli individui. Il sogno romantico di annullare questa distanza è intessuto di convincimenti errati ed ingenui, così come errato ed ingenuo è il libretto rosso di Mao in mano agli studenti del maggio francese nel '68, impugnato proprio mentre in Cina Mao mandava ai lavori forzati artisti ed intellettuali.

La sessualità gioca un ruolo fondamentale nella poetica di Cronenberg, ed è straordinario come, qui, il madornale equivoco stia a sottolineare in modo difficilmente più grande quanto la sessualità sia una questione di psiche.
atticus  09/10/2011 12:49:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bravissimo, io non riesco a fare analisi tanto precise ma condivido esattamente tutto quello che dici. In più nel finale aggiungerei (ma probabilmente questo è più che evidente) che Gallimard, col suo gesto estremo, distrugge anche la Butterfly da lui profondamente amata, Gallimard 'diventa' Butterfly/Liling che si uccide come nell'opera di Puccini. La seconda metamorfosi del film, fantastico!
jack_torrence  09/10/2011 14:39:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Be', no, non penso che l'interpretazione del finale sia tanto scontata... Io infatti il finale lo interpreto come Gallimard che uccide la butterfly che riconosce di esser stato se stesso, che aveva amato lo straniero che lo aveva conquistato senza amarlo... Cioè un rovesciamento dei ruoli occidente/oriente della Butterfly pucciniana.
atticus  09/10/2011 23:33:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si Stefano, è tutto condivisibilissimo, io intendevo dire che probabilmente la mia lettura è più terra terra rispetto alla tua ;)
jack_torrence  10/10/2011 10:29:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
...Non dirmi così, mi metti in imbarazzo con una cosa non vera... Sono in realtà due interpretazioni del finale, non incompatibili; quella che ho esposto io, tra l'altro, è quella meno "legittima"! :-)