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BARBAROSSA (1965) regia di Akira Kurosawa

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elio91     7½ / 10  04/06/2011 00:17:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film che significa la fine di tante cose nella carriera di Kurosawa: fine del bianco e nero che dal suo prossimo lavoro farà spazio al colore,soprattutto fine di una delle collaborazioni artistiche più prolifiche e riuscite della storia del cinema ovvero quella con Mifune. Troppe le divergenze tra i due sul personaggio che dà il titolo all'opera,il Barbarossa appunto.
Bisogna anche dire che Kurosawa non aveva tutti i torti poiché Mifune è bravissimo ancora una volta e questo è fuori discussione,ma il suo personaggio non è inquadrato in un'ottica precisa e davvero sembra spesso più un samurai invece che un medico dai principi morali saldi come doveva essere nelle intenzioni del regista. L'attore non riesce ad avere il carisma delle tante interpretazioni passate,abbassando di conseguenza anche il valore del film stesso che è troppo pretenzioso questa volta.

L'umanità miserevole raccontata alla Dostojevskij è un tema prediletto dell'Imperatore Akira,nei bassifondi ci ha già sguazzato con altre vicende che mettevano in risalto il povero e il miserabile in una maniera pedagogica e lontana dal falso moralismo. Non è diverso Barbarossa,a mio avviso sotto questo punto di vista uno dei risultati migliori se andato a comparare con il precedente illustre della filmografia del regista,I Bassifondi. La vicenda dura tre ore che miracolosamente non risultano pesanti bensì troppe volte dispersive poiché,come in un gioco ad incastro,Kurosawa racconta storie dentro storie e se inizialmente è uno spettacolo vedere il meccanismo ad incastro poi comincia a diventare tutto molto ripetitivo ed eccessivamente ricercato. La stessa sceneggiatura non è che in realtà una miriade di episodi autoconclusivi su vari campionari di un'umanità miserevole (ma non per questo che non merita di essere raccontata) inseriti in una cornice in cui il protagonista vero e proprio è il giovane medico di corte e il cambiamento che lentamente avviene in lui grazie anche agli insegnamenti e alla morale di Barbarossa,il Mifune di cui si è già parlato sopra.
Alla sua uscita il film stesso non ebbe un successo paragonabile ai precedenti film e non gli venne perdonato l'impianto all'americana,ovvero la struttura del film con l'happy end annesso; in verità Barbarossa rimane un altro bel tassello nella fimografia di un regista che non ha sbagliato un colpo nella sua lunga carriera anche se poi i vertici toccati sono quelle perle che davvero non si dimenticano (e arriveranno successivamente altri capolavori). Cominciò quindi con questo film quella parabola umana discendente di Kurosawa,in verità non artistica dato che i suoi lavori successivi sono considerati bellissimi, ma che gettandolo nello sconforto lo porterà addirittura a tagliarsi i polsi fallendo il gesto del suicidio.