caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

I DUE PAPI regia di Fernando Meirelles

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
stratoZ     5 / 10  09/01/2024 14:21:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Insomma, l'ultimo film di Meirelles casca in pieno dove era prevedibile cascasse, ovvero si frega da solo con quell'agiografia di fondo che irrita parecchio, con quella descrizione di un Bergoglio super umile che puzza un pochino di propaganda, e ci starebbe pure se non si fosse esagerato in alcuni fattori empatizzanti, adesso, umile quanto volete ma sul serio il Papa non ha qualcuno che gli prenota un volo e un hotel per il viaggio a Lampedusa? E deve farsi aiutare dalla guardia svizzera? Dai capisco rappresentarlo come una persona alla mano ma qui siamo al limite della parodia.

Ed è un peccato perché il film di per sé aveva alcuni elementi positivi, ho apprezzato parecchio quasi tutta la prima metà con l'interessante confronto tra Ratzinger e Bergoglio, lo scontro tra due mentalità opposte, il primo tradizionalista e ancorato ad una chiesa più rigida, da classico tedesco, vuole vedere i vescovi vestiti da vescovi e i cardinali vestiti da cardinali, il secondo più progressista, è interessante assistere al loro confronto, anche se abbastanza fazioso nella sua rappresentazione in quanto lo spettatore è portato palesemente ad empatizzare con Bergoglio, ma va bene, è una caratteristica che un biopic può permettersi.

E inoltre aggiungerei, dettaglio non da poco, è uno spettacolo veder recitare Anthony Hopkins, che ancora ad 80 anni suonati è parecchio in forma, qui con la sua voce calda e attempata e le movenze tipiche che ricordano tanto il pontefice emerito, la sua gobbetta, il modo di camminare, Hopkins lo interpreta magistralmente, fa trasparire bene il cambiamento tra la prima e la seconda parte del film di un uomo acculturatissimo ma pieno di dilemmi, dubbi esistenziali e anche parecchio stanco della fatica e delle pressioni che riceve dalla carica che riveste.

Ma c'è da dire che pure Pryce se la cava discretamente, specialmente nella sua stanchezza di certi atteggiamenti arcaici della chiesa, ma anche insabbiatori, è una sorta di ariete in prima linea dei più deboli, critico ma garbato, oppositore dai modi delicati, sarebbe stato un gran personaggio se come detto prima il film non avesse esagerato in certi aspetti.

Peccato perché la messa in scena non è per nulla malvagia, pecca del difettuccio tipico del biopic americano, d'altronde parliamo di una produzione Netflix e diciamo che un po' me l'aspettavo.