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A HISTORY OF VIOLENCE regia di David Cronenberg

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Constantine     10 / 10  21/12/2005 00:27:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Perfetto è stato il primo commento al comparire dei titoli di coda, perfetto nella sua semplicità, perfetto nella sua completezza, perfetto nel racconto. Cronenberg sfrutta la sua enorme conoscenza stilistica e personale ad uso e consumo dell'ottima idea partorita da Wagner nel suo fumetto, sfruttandone il meglio e tralasciando il resto. La rappresentazione della violenza assolutamente onesta marca ancor di più di quello che era possibile delle miraboli scene, l'interpretazione del cast poi è da urlo, Mortensen in testa Harris Hurt e via via gli altri. Anche la colonna sonora è assolutamente in tono e tutto scorre come deve, come non si potrebbe pensare meglio... con assoluto senso. Una storia affascinante narrata da un grande regista e con grandi interpreti,un viaggio nella mente di un uomo con tutto quello che ne consegue,

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" Mio d.i.o Riche..."
Invia una mail all'autore del commento Funeralopolis  21/12/2005 11:39:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Concordo su tutto.
Constantine  22/12/2005 02:59:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ti ringrazio....
luca  05/01/2006 16:41:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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Constantine  06/01/2006 12:30:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Scusami leggendo il tuo spoiler provo a risponderti. Il finale non è per niente buonista ne ottimista per il proseguimento della vita famigliare di Tom, anzi, la sola figlia piccola, con l'aiuto dell'incoscienza della sua età, sembra riaprire le porte di casa al padre apparecchiandogli la tavola; il figlio più grande dal canto suo segue la sorella ma senza quella spinta emotiva ormai profondamente segnato dagli avvenimenti nella vita e nell'animo, in finale la moglie addirittura gli lancia uno sguardo di disperazione, dubbioso, di una donna che ha perso ciò che aveva di più bello nella vita e non sa se questo potrà mai tornare come prima, lo stesso protagonista se ne accorge e tentenna, quasi piange, non lacrime di gioia, ma di enorme tristezza per aver perso grazie a Joey tutto quello che era riuscito a guadagnarsi grazie a Tom. Spero di averti fatto capire il mio punto di vista, in questo finale non ci sono assolutamente " nastrine", Cronenberg è un regista difficile e innovativo, non gli interessa di certo se la mafia colpirà Tom in seguito a ciò che è accaduto, ma indaga la psicologia di quest'uomo dall'inizio alla fine del film. Insieme a questo, approfondisce il termine violenza in tutti gli aspetti dell'animo umano, trascinandoci forzatamente alla scoperta. Questo non è un film facile. Ciao Luca