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A HISTORY OF VIOLENCE regia di David Cronenberg

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  29/01/2006 00:26:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Al primo impatto, e tutto cio' mentre le immagini infondono una sorta di vibratile angoscia interiore, History of violence appartiene a quelle opere che, prendendo spunto dalla classicità corrente, impostano una barriera insormontabile assurgendo ad apoteosi o grottesca deformazione della realtà. Si potrebbe pensare a Rodriguez, al suo "dal tramonto all'alba", ma qui non siamo nei territori della parodia. Se fosse una musica rock, sarebbe esattamente il feedback che irrompe nella melodia di "don't fear the reaper" dei Blue Oyster Cult, provocando una lisergica perdizione sonora... In realtà torna tutto alla fine al modello prestabilito, ma attento a dimostrare che oltre il focolare c'è l'inferno, E' preservando il sogno disatteso che l'Uomo finisce invano per operare le sue scelte migliori. Ma nel sangue, nella vendetta, nel bisogno di recidere drammaticamente il cordone ombelicale: E' un po' il culto e post-mito dello Scanner rivisitato a distanza di vent'anni, mentre il gigionismo amaro di un fratello (Hurt) mastica sangue e lorda l'inevitabile retaggio del passato mai estinto.
E' in verità un Cronenberg diverso ma lo si riconosce: persi i dissensi tra umanità e cyborg contemporanei, sa che per poter raggiungere un discanto improvviso deve ricorrere, se necessario, a schemi prefissati. Di fatto, la dietrologia del passato scomodo che torna a galla gli serve per riportare quest'uomo, questo bravo cittadino di nome Tom (irriconoscibile tra altra brava gente detentrice di armi in ogni angolo di casa), al suo ruolo di padre, non certo a livello di Mendes e della sua carola nostalgica piena di melassa. C'è una certa tenerezza, una dolcezza retriva, in questa vicenda intrisa tuttavia di dolore e morte. E' il perbenismo di una "facciata" in un sobborgo dove la "buona condotta è premiata dalla comunità", è di rigore l'esemplificazione di un sogno che ci costringe a preservarlo per sempre, per difenderlo e proteggerlo da ogni difficoltà.
E' il senso dell'ereditarietà, il coraggio che esibisce più armi che veri gesti eroici, che patisce la fuga nell'immaginario collettivo o l'arma della paura fagocitata dagli states di questi anni
(esempio: Tom che uccide i rapinatori è un cittadino onesto che vuole proteggere la sua dipendente, Tom che uccide successivamente è quello che aveva celato la sua antica identità)
E' anche l'aberrante "suicidio" di uno scatto di autodifesa del cittadino moralmente rispettabile - appunto - sottoposto al sacrificio morale (ehm) della paura del male altrui.
Nondimeno artefice di un confronto aspro simile ai duelli western. o ai film di Tarantino, sembra sminuire l'impatto con la fortissima emotività che ci circonda, redarguendoci improvvisamente a non prendere sul serio questo film, che finora aveva sorpreso e ammaliato per la sua asciuttezza stilistica il suo rigore formale. E' invece il caso di dar retta a Cronenberg: le vaghe ma evidenti concessioni al fumetto da cui è tratto (il lungo viaggio notturno in macchina... come nei fumetti si colgono i pensieri dell'uomo, lo sfregiato e inquietante Ed "quando gli daranno finalmente un oscar?" Harris) non frenano piu' di tanto la ritualistica del classicismo d'autore mentre attende, con ovvia preveggenza, minaccia verità e una promessa di faticosa quiete. Pensiamo a quanto possa essere terribile tutto cio': tiriamo un sospiro di sollievo davanti all'incolumità e al trasformismo di questo Tom, disperato e inquietante doppiogiochista
ely80  14/09/2006 16:29:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
D'accordissimo sull'interrogativo di quando si decideranno a dare un Oscar al bravissimo Ed Harris!!!
Invia una mail all'autore del commento cash  29/01/2006 18:52:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come on baby
(Don't fear the reaper)
Baby take my hand
(Don't fear the reaper)
We'll be able to fly
(Don't fear the reaper)
Baby I'm your man
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  30/01/2006 00:57:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mmh se ami Buck Dharma e il rock dei seventies, comincio ad amarti anch'io
Invia una mail all'autore del commento cash  30/01/2006 01:15:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ehi amico, non scherziamo; per me la musica è la musica degli anni '70 (e dintorni); non esiste un riff di chitarra che page non avvia inventato, e non esiste una melodia che i beatles non abbiano cantato.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  30/01/2006 11:18:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A parte che i Beatles sono del decennio precedente... posso aggiungere i Velvet U., Hendrix (anni sessanta) e soprattutto quel Dio in cielo e terra che è Toni Iommi?
andreapau  01/02/2006 11:10:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
eh amico,quanta musica ti sei perso e ti perderai se ragioni così....