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PERMETTE? ALBERTO SORDI regia di Luca Manfredi

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marcogiannelli     5 / 10  25/03/2020 17:00:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Purtroppo non concordo con chi ha commentato prima di me. E non è da me bocciare così un'operazione di questo tipo, ma "Permette?" ha nel suo interno troppi errori per passarci sopra.
E non parlo di errori di rappresentazione storica (anche se della Seconda Guerra Mondiale se ne parla come di una guerra lontana che non ci riguarda) o incongruenze con la storia vera, ma errori dal punto di vista formale, narrativamente. Un film che, pubblicità escluse, durerebbe 1 ora e 40, che mi sono sembrate 5 e mezzo.
Cosa si esplora in questo film? La voglia di un giovane Sordi (nelle prime scene avrebbe 17 anni, per dire, Edoardo Pesce ne ha 40 e non gliene darei di meno) di fare carriera nel mondo del cinema. O quello o niente. Viene raccontato il rapporto con i genitori (la dipartita dei due è raffigurata in due scene così repentine che ammetto di aver riso per la messa in scena) ma fratello e sorella sono praticamente dimenticati.
Dovrebbe raccontare tante cose, tanti passaggi visto che copre 20 anni, dal '37 al '57, dovremmo avere la mente congestionata dalle scene che ci vengono proposte, dagli eventi sullo schermo.
Invece niente, si trova il tempo anche per annoiarsi. Non vediamo nulla del suo lavoro e della sua preparazione durante un film, una mezza scena (in realtà solo uno sketch de "Lo sceicco bianco"). Prima nessuno lo vuole nel suo film, è denigrato, è na merd*, dopo la gente gli lancia addosso il lavoro mentre passeggia per strada.
Edoardo Pesce è bravissimo, non lo discuto, però purtroppo a tratti mi sembrava di vedere un'imitazione forzata di Sordi. Per carità, lui bene o male funziona, è il resto del cast (ahimè, troppo legato al mondo televisivo) a funzionare male, eccetto una brava Pia Lancillotti nel ruolo di Andreina Pagnani. Il rapporto tra i due è forza il tema meglio esplorato del film.
Un altro personaggio fondamentale è quello di un giovane Fellini che però, purtroppo, qui sembra un cretino. Il loro rapporto alla fine funziona ma avrei diverse cose da dire sull'interpetazione di Alberto Paradossi. Facciamo che passo. Perché anche De Sica, Fabrizi, Steno compaiono sullo schermo e ce li si dimentica in un amen, senza che lascino nulla.
La regia è puramente televisiva, non c'è nulla di artistico, un'inquadratura, una scena con una fotografia diversa, niente. E ho odiato quella colonna sonora così spensierata, che spesso rompeva il momentum di una scena.
Per me un prodotto non riuscito, anche se teoricamente nato e sviluppato per un pubblico abituato alla classica miniserie Rai innocua.