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ROTTWEILER regia di Brian Yuzna

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Invia una mail all'autore del commento Weltanschauung     6 / 10  20/08/2012 10:56:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non v'è dubbio che Brian Yuzna e la sua Fantastic Factory siano un esempio da seguire in ambito horror dai budget ridotti, nonostante una carriera di continui alti e bassi.
Nel 2004 Julio Fernandez produceva "Rottweiler", tratto da una novella di A.V. Figueroa.

Yuzna, autore solitamente di horror/splatter sarcastici(tra cui i discreti "Re-Animator 2", "Society" e "The Dentist") provò un exurcus poco fortunato verso lidi più sperimentali.
La storia racconta di Dante e Ula, due fidanzati che, saliti su un barcone di clandestini, vengono catturati e separati dalla polizia spagnola.
Un anno dopo Dante si risveglia in galera affetto da varie amnesie, evade e cerca di ritrovare Ula ma viene sistematicamente braccato da un infaticabile e ferocissimo rottweiler semi-robotico (davvero ottima la sua realizzazione considerando appunto il budget ridotto del film).
Conclusa la ricerca, il ragazzo si ritrova di fronte a delle verità caotiche..

Yuzna giocò a fare il Lynch della situazione, pur non avendone le capacità, e costruì un film dalla trama onirica pieno zeppo di citazioni, da Fulci a Bava, dal "Terminator" di Cameron a "Cujo", fino ad arrivare proprio a David Lynch. La bionda che appare nei vari flashback richiama difatti palesemente "Lost highways", ma è l'atmosfera generale della pellicola ad essere fortemente debitrice al regista di Missoula.
In una sorta di delirio poetico- onirico-allegorico, saltavano fuori personaggi dal timbro carpenteriano ad alimentare ulteriormente il climax allucinato della pellicola. La scelta delle musiche fu tutto sommato ben riuscita, la regia precisa, la fotografia nitida, il make up e gli effetti speciali più che discreti e l'impostazione del film basata su continui salti temporali fu apprezzabile negli intenti.
Ciò che non funzionò fu però la sceneggiatura molto approssimativa e la confusione che il regista fece nella costruzione dei flashback che spesso risultarono davvero macchiettistici.

In sostanza fu un filmetto pasticciato ma piacevole, che venne anche citato nel più quotato "L'uomo senza sonno" di Brad Anderson con Christian Bale, nella scena della fuga nella stazione.

E' evidente che Yuzna non ha mai avuto la classe e la visionarietà di un Lynch o di un Cronenberg a cui si ispirò per la pellicola in questione, però in questo suo excursus filmico sperimentale, leggermente più ambizioso rispetto alle sue passate regie, lasciò presagire degli ampi margini di miglioramento.
Tuttavia non ho più seguito la carriera di Yuzna, pertanto non saprei dire se Rottweiler fu una semplice parentesi empirica, un bizzarro divertimento citazionista o sia stato l'inizio di un ulteriore maturazione.