kowalsky 8 / 10 23/08/2006 21:09:52 » Rispondi Film straordinario che certificò (per quanto il capolavoro di K. rimanga "dov'è la casa del mio amico?") la nascita del Nuovo Cinema Iraniano. Come tutte le cose preziose, va consumato e amato gradatamente: uno script apparentemente superfluo, la ricerca inesorabile della morte, l'atmosfera brulla e quasi metafisica dei paesaggi iraniani. Il cinema di Kiarostami sorprende perchè ha il coraggio di abbattere le barriere del cinema occidentale tradizionale, e rivolgere lunghe pause contemplative al paesaggio e eventuali simboli (del resto è anche un'ottimo fotografo, come dimostra una mostra di qualche anno fa). Un cinema che impegna la mente e gli occhi, contemporaneamente, testimone di un mondo come l'Iran, dove sembra di respirare il clima astratto e assente di alcuni suggestivi paesini del sud-italia. Un cinema che si ama o si odia, a cui dobbiamo molto, se non altro per averci introdotto a un nuovo modo di vedere il cinema (per quanto Antonioni abbia assunto una funzione decisiva anche nell'Islam di K.) e per cui proviamo anche del disagio. Non a caso dopo pochi anni l'esilio dell'occidentale verso questo tipo di film si è bruscamente frenato, nell'indifferenza o nel ritorno alle origini passatiste di spettatori comuni
Alla fine, tutto sembra frutto di un'identità documentaristica, con quel gruppo di soldati-comparse che celebrano la fine delle riprese, quasi come una celebre suite di Stockhausen (o era John Cage? Mah) con l'orchestra
viagem 13/09/2006 08:49:32 » Rispondi Mah, a me non fanno paura i film con lunghe pause e concentrati sulla fotografia, ma questo proprio non l'ho apprezzato. Forse dovrei rivederlo o forse più semplicemente faccio parte di quelli che lo odiano. Avrei rinunciato completamente allo script, se proprio...
kowalsky 13/09/2006 10:45:58 » Rispondi Mah guarda, è un film che - come del resto tutti quelli di Kiarostami - devi affrontare con una certa attenzione. Come ho già detto la cura dei particolari è molto diversa da quella degli autori occidentali, e con uno sforzo puoi entrare in sintonia con il film, ti assicuro che ne vale la pena