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LA VERGOGNA regia di Ingmar Bergman

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Crimson     7 / 10  22/03/2006 00:32:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un Bergman piuttosto diverso per quanto riguarda la location, in questo film che appartiene in pieno alla fase più sperimentale e credo migliore della sua carriera.
Una guerra senza nome, in cui invasori e resistenti sono indistinguibili. Non ci sono nomi, ma una guerra atroce vista in quanto tale, in modo intrinseco e senza riferimenti anche piccoli che possano dipingerla di colori e ideali. Ogni aspetto viene vissuto tramite le sensazioni dei due protagonisti. Una coppia come tante, ma solo in apparenza. E qui entra in gioco la riflessione più importante che il film riesce a suscitare in me. Riflessione piuttosto atipica. Mi piacciono molto i film di guerra quando riescono a trasmettere, scavando a fondo, le variazioni psichiche che l'orrore e l'aberrazione del conflitto riescono a causare nell'uomo. Questo film è diverso: non rende conto di una degradazione di una psiche equilibrata prima dello scoppio del conflitto, bensì mostra come la guerra sia in grado di mettere a nudo la natura più profonda dei due protagonisti. Emergono in particolar modo il profondissimo egoismo e la sterilità affettiva del marito, e mi fermo qui nell'analisi altrimenti rivelerei troppo. Insomma senza entrare troppo nel particolare, le maschere e i relativi compromessi cadono di fronte alla difficoltà e al senso di totale smarrimento che la guerra è in grado di produrre. E questo è incredibile nelle intenzioni, un pò meno nei risultati. Ho avuto come l'impressione che i caratteri dei due personaggi potessero essere sviluppati meglio. Il film forse è articolato in modo un pò strano: ho trovato la prima parte un pò prolissa, che si perde in particolari anche abbastanza inutili, e una seconda parte che quando entra nel vivo ha una sua conclusione un pò troppo affrettata. Insomma, mi ha lasciato l'amaro in bocca, nonostante il finale sia grandioso, e poco prima c'è una scena eccezionale, crudissima, spietata, che lascia il segno, con protagonista il personaggio interpretato dal mitico Gunnar Bjornstrand (caratterista validissimo come al solito, qui forse in uno dei suoi migliori ruoli! - che ne pensi Mpo1? - ).
Stupenda la fotografia, così come l'ambientazione. Ciò che forse mi ha colpito maggiormente però è l'atteggiamento di totale distacco di tutti i personaggi della vicenda. Raramente c'è un sorriso, un gesto umano. Manca del tutto il calore. Ecco, è un film freddissimo, e la fotografia sostiene in pieno questa sensazione, amplificandola. La guerra è questa, del resto è un prodotto dell'uomo.
"Tutto il nostro odio è il prodotto di un mondo che abbiamo creato" (R.F.).

Know thyself
the beast you are
Mpo1  03/04/2006 21:53:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì Gunnar è bravo come al solito.
Cmq secondo me la scena più cruda e spietata è un'altra:

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Crimson  04/04/2006 08:07:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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