ULTRAVIOLENCE78 9 / 10 29/10/2007 13:21:07 » Rispondi La sequenza iniziale ha un impatto a dir poco devastante: l'abominio della guerra immortalato con l'espolsione e la distruzione della natura.
Dalla devastazione del luogo si passa poi alla rappresentazione della lacerazione dell'anima di chi ha vissuto l'orrore della guerra. Il capitano Willard, chiamato a svolgere una delicata e pericolosa missione, ha una psiche seriamente compromessa: egli non riesce più a vivere nella civiltà, è oppresso da un insostenibile sensazione di spaesamento, si sente distante da tutti e da tutto; desidera tornare nel Vietnam perchè oramai inadeguato a vivere nella società civile, ma è allo stesso tempo conscio del fatto che il ritorno in guerra non farà altro che annichilire ulteriormente il proprio essere uomo. Paradossalmente Willard è legato al colonnello Kurtz, l'uomo che deve annientare, da una profonda empatia: entrambi sono stati distrutti interiormente dalle nefandezze causate dalla follia degli uomini, di coloro che dovrebbero rappresentare la "civiltà" e che invece non sono altro che assassini. L'unica differenza tra i due è che Kurtz ha deciso di rinnegare il sistema, di non tornare tra gli "assassini civili" e di crearsi un proprio microcosmo nel quale sopportare meno pesantemente la propria esistenza. Il colonnello Kurtz deve essere eliminato perchè rappresenta la coscienza della civiltà che ammonisce contro gli errori e le turpitudini perpetrate da questa; egli è la tesimonianza vivente della follia dell'uomo, e come tale è un fardello che non si può sostenere.
"Questa è la fine magnifico amico Questa è la fine mio unico amico, la fine dei nostri piani elaborati, la fine di ogni cosa stabilita, la fine..."