david briar 9 / 10 14/11/2010 14:16:10 » Rispondi Il progetto più ambizioso di Coppola , il più difficile , e sicuramente anche fra i più ambiziosi ed epocali della storia del cinema . Nonostante la bella canzone proposta, l' inizio è un po incerto , noioso e lento ,non attrae lo spettatore medio ; a circa 20 minuti il film prende il ritmo , ritmo che non perde mai per tutta la lunga durata , in grado di coinvolgere , emozionare e appassionare lo spettatore . La storia parla di un pericoloso viaggio intrapreso dal capitano Willard allo scopo di trovare il colonello Kurtz , accusato di assassinio e sconfinato in Cambogia seguito dai suoi uomini , i quali lo considerano un semi-dio . Per tutta la traversata il timido protagonista ci delizia con una carrelata di sue osservazioni su Kurtz e sulla guerra del Vietnam . La guerra è infatti rappresentata in modo magistrale , non vi sono nè buoni nè cattivi , e soprattutto è rappresentata in maniera quanto mai realistica , dura e credibile . Tutta la pellicola porta infatti a numerose riflessione sulla follia di qualunque guerra , o perlomeno io l'ho visto così : molti soldati sono persone comuni , con delle ambizioni diverse da quelle militari , e quindi interessati in maniera relativa alla carriera militare : c'è il campione di surf , quello che vuole primeggiare nella cucina , quello giovanissimo cresciuto in un quartiere di ***** , e così via . Il tenente colonello Kilgore , interpretato da un competente Robert Duvall , adora condurre gli attacchi con delle musiche , cosa che trovo estremamente singolare . La scena degli elicotteri è un modo per mostrare come vedono la guerra alcuni soldati ; in particolare Kilgore la prende parecchio alla leggera , senza rendersi conto della crudeltà e dell'inutilità della cosa in se , oppure fingendo di non rendersene conto . Alcune scene sono di una potenza così inaudita da portare chiunque ad uno stupore e ad una consapevolezza dell'alienazione psicologica a cui sono sottoposti i militari . In particolare la scena del ponte mi ha interessato e emozionato rispetto alle altre , anche se non so spiegare bene perchè . Quando il personaggio principale arriva da Kurtz capisce guardandosi intorno che l'uomo è veramente uscito di senno , anche se un fotoreporter completamente schizzato gli dice che "la mente è lucida,ma l'anima è dannata" . L'esperienza intrapresa dal protagonista è come una discesa negli inferi , man mano che va avanti vede sempre peggiori situazioni , e sente Kurtz ogni volta più vicino . Per quanto riguarda gli aspetti tecnici del film , sono solo lodi : la regia di Coppola è eccezionale , nessun inquadratura è lasciata al caso , tutte hanno uno scopo ben preciso . La fotografia è congeniale a quanto narrato , così come le ottime musiche . Gli effetti speciali per l'epoca sono sicuramente notevoli , il budget doveva essere parecchio sostanzioso . Le ambientazioni sono perfette e rendono bene il caos del Vietnam ; una nota di merito va anche allo strabiliente montaggio , veramente difficile per un'opera del genere , ma qui è stato ben calibrato e costruito . La recitazione è discreta : Martin Sheen mantiene sempre la stessa fredda e penetrante espressione qualunque cosa si trovi davanti (potevano trovarlo qualcuno di più espressivo , ma Sheen va bene perchè il suo è un ruolo poco emotivo , timido e introverso , quindi non mostra le sue emozioni) ; Marlon Brando compare ben poco , ed è sempre in ombra , pare emulare Vito Corleone dal modo in cui recita (non mi è piaciuto tanto , tuttavia ha dato carisma a Kurtz) . "Apocalypse now" ha segnato la storia e il modo di trattare il genere di guerra , è un opera piena di meriti e offre numerosi spunti di riflessione , tuttavia non riesco a considerarlo un capolavoro , visto che pecca leggermente sul finale , perciò gli do 9 . Il miglior film di Coppola : non è sul Vietnam , è il Vietnam .