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NOMADLAND regia di Chloé Zhao

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7½ / 10  22/09/2020 01:33:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In verità, sarebbe legittimo estrapolare due voti diversi, un 6 e un 8. Leone d'oro da Sundance Festival, dove incombe una fastidiosa sensazione di malessere purgato, magari a dirci - sull'onda Libertaria degli hippie degli anni 60" - che l'essenza della Felicità sta nella Privazione, nelle piccole cose conquistate quotidianamente, in quell'Anarchia morale e personale che vede i Leader degli homeless diventare Tiziano Terzani, e la gente amarsi reciprocamente, senza un filo di rabbia di desistenza di Conflitto con la Vita.
E in questo contesto il film coinvolge emotivamente, tanto da volerlo rivedere presto. Il film è un docu-drama che strizza l'occhio al vecchio cinema-verità, ed è credibile pensare che sia il Volto Vero dell'America, o quello che amiamo pensare. Sembra un film di Martin Ritt, di Sarafian. Personaggi fantastici facili da amare, squarci mozzafiato, intervalli di Evergreen e blues. Potenzialmente stupendo, ma così disarmante da incutere sospetti. Sembra voglia "sorvegliare" o modificarne la sofferenza. Una Comune o una vaga, celata matrice da Setta Religiosa? Stilisticamente è un colpo d'Ala, con i riferimenti ai Pionieri Americani, anche se risulta improbabile un simile paragone etico, forse solo umano?! Così gli occhi di Frances McDormand, che reclama anche la sua libertà affettiva, sembrano chiedere agli spettatori, indo troppo plebiscitario, di condividere con Lei.