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I CANNONI DI NAVARONE regia di J. Lee Thompson

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Dom Cobb     7 / 10  29/03/2019 16:45:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
1943. Per permettere alle forze alleate di evacuare un'isola greca, prossimo bersaglio dell'Asse, dei 2000 soldati britannici lì stazionati, viene istituito un commando segretissimo per infiltrarsi a Navarone e distruggere i cannoni che impediscono l'attuamento dell'operazione. In fretta e furia viene messa insieme una piccola, ma variegata squadra di esperti...
L'avventura a sfondo bellico è stata, per un po' di tempo, uno dei generi di punta della macchina dell'intrattenimento hollywoodiana, che ad esso ha da ringraziare non solo alcuni dei suoi successi commerciali più degni di nota del periodo, ma, in alcuni casi, anche dei veri e propri classici che hanno superato (chi più, chi meno) la prova del tempo. E' il caso di "I cannoni di Navarone", basato tra l'altro su un bestseller dallo stesso titolo.
Rivisto oggi, il film risente un po' dell'epoca in cui è stato girato: certo, la regia del mestierante J. Lee Thompson è solida e senza fronzoli, il reparto tecnico di prim'ordine e l'ambientazione greca offre un affascinante scenario esotico nel quale calare la storia, sicuramente un po' diverso dal solito. Forse alcuni degli effetti speciali fanno un po' sorridere,


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ma non è un problema troppo grande se si considera l'anno in cui il film è stato prodotto e che all'epoca era il meglio che ci si potesse aspettare.
Anche sul fronte attoriale stiamo su livelli tutto sommato accettabili: in fondo stiamo parlando di attori capaci di risultare convincenti perfino nel sonno, e fra questi si distinguono David Niven, l'apice della dignità inglese come suo solito, e il burbero Anthony Quinn, mentre fra le parti secondarie si distinguono la Papas, futura Penelope nello sceneggiato "L'Odissea", e addirittura il leggendario Richard Harris, in una parte che dura solo pochi secondi ma lascia il segno.
Dove il film presenta le sue lacune è nel ritmo: assodato che la sceneggiatura presenta alcune facilonerie che sono abbastanza standard per il genere e per l'epoca, sulle quali è inutile lamentarsi visto che fanno parte del gioco,


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il vero problema è che troppo spesso ci si perde in lungaggini e sequenze dilatate all'inverosimile. Probabilmente si tratta di espedienti per ottenere una durata tipica da "kolossal", ma la trama è troppo semplice per giustificare oltre due ore e mezza di visione e di conseguenza tensione e suspense sono purtroppo assenti. A salvarsi è solo il concitato finale, anche quello comunque eccessivamente dilatato per risultare del tutto soddisfacente.
Comunque, alla fine, non stiamo parlando di un brutto film: ha le sue carte da giocare e lo fa con la dovuta competenza e professionalità. Inoltre i personaggi risultano sufficientemente interessanti e le ambientazioni abbastanza suggestive da tenere a galla la baracca. Nel suo genere c'è di meglio, ma per una dose di intrattenimento vecchia scuola fa il suo dovere.