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JUDAS AND THE BLACK MESSIAH regia di Shaka King

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Thorondir     7 / 10  28/07/2022 15:32:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nel ripercorrere le vicende di Fred Hampton il film inizia in modo coraggioso: senza filtri e mediazioni si parla di leninismo (e sappiamo quanto questo possa essere respingente per la cultura Usa). Nella rappresentazione tra Hampton e O'Neal c'è inoltre la contrapposizione tra il collettivo (il partito e "il popolo") e l'individualismo (avere vantaggi economici, possedere l'auto, emblema della classe media statunitense degli anni '60). Su questa duplicità di fondo il film costruisce la sua stessa essenza, con una regia solida ma anche con una scenggiatura che si dimentica di rimpire degli spazi: l'evoluzione di O'Neal resta perennemente ambigua e largamente non risolta, il personaggio di Hampton rimane caratterizzato nella sua forza retorica ma anche irrisolto in altri ambiti (per esempio quello più intimamente umano e famigliare). E così il film scivola progressivamente dalla politica alla raffigurazione didascalica del mondo americano (i quadretti polizieschi e quelli famigliari) e va a perdersi ma per fortuna senza distruggere il suo impianto di fondo, quello di un classico film storico americano, forte di una solidità sempre più rara. I momenti che si ricordano maggiormente sono quelli o dove emergono le contraddizioni umane (la scena del discorso in cui Deborah incinta teme per il futuro mentre la folla tripudia il Messia nero) o quelle più propriamente drammatiche (il durissimo finale).