Mauro@Lanari 4½ / 10 26/04/2021 03:56:48 » Rispondi Molto autobiografico: Volo, prof di filosofia di vita postmoderna, cita Bauman e quell'esistenza liquida sorpassata prima dalla volatilità e poi dalla nichilistica eternizzazione del presente, è vedovo così com'era separato dalla moglie all'inizio delle riprese. De Lellis idem, una recensione ha evidenziato l'umiltà nell'esporre "più la pelle ancora segnata dall'acne che le forme atletiche": brividi. "Il cinema è morto": purtroppo ancora no. Shitstorm audiovisivo.
Mauro Lanari
Mauro@Lanari 26/04/2021 22:21:45 » Rispondi Socioantropologia come transizioni di fase dello stato della materia: dal solido al liquido con Bauman (11 settembre), poi alla volatilità gassosa/aeriforme con la crisi dei derivati tossici (i "subprime") e adesso al plasmatico proto-Big Bang. Andare avanti tornand'indietro all'originario e sorgivo. Dopodiché?
Mauro@Lanari 27/04/2021 15:49:46 » Rispondi Bauman e Bowman La quasi omofonia e omografia è uno strano scherzo del destino: il primo nei suoi libri non ha mai citato Kubrick, eppure, attingendo inconsapevolmente per la sua metafora a un modello fisico che prevede effetti sogliari, fornisce a tutt'oggi la miglior spiegazione scientifica del trip mistico/psichedelico/mescalinico dei due sceneggiatori di "2001": siamo giunti alla dissoluzione dei componenti costitutivi dell'identità, l'anticamera plasmatica (e rococò) di quello che adesso va di moda chiamare "il grande reset". Facendo gli scongiuri affinché s'eviti l'approdo allo "starchild", tale dissoluzione era già stat'anticipata d'autori e artisti di nicchia (la copertina del 2° album dei Talking Heads, 1978, le locandine d'un paio di film di Van Sant, "Gerry" del 2002 e "Paranoid Park" del 2007, ecc). La novità sta nel fatto ch'ora è diventato fenomeno di massa, popolare, mainstream, è il vissuto quotidiano di giovani condòmini e d'ancor più giovani gestori di street food nel proprio paesotto.
Molto autobiografico: Volo, prof di filosofia di vita postmoderna, cita Bauman e quell'esistenza liquida sorpassata prima dalla volatilità e poi dalla nichilistica eternizzazione del presente, è vedovo così com'era separato dalla moglie all'inizio delle riprese. De Lellis idem, una recensione ha evidenziato l'umiltà nell'esporre "più la pelle ancora segnata dall'acne che le forme atletiche": brividi. "Il cinema è morto": purtroppo ancora no. Shitstorm audiovisivo. Ma colgo l'occasione per un approfondimento: Bauman e Bowman. La quasi omofonia e omografia son'uno strano scherzo del destino: il primo nei suoi libri non ha mai citato Kubrick eppure, attingendo inconsapevolmente per la sua metafora a un modello fisico che prevede effetti sogliari, la socioantropologia come transizioni di fase dello stato della materia, fornisce a tutt'oggi la miglior spiegazione scientifica del trip mistico/psichedelico/mescalinico dei due sceneggiatori di "2001": dal solido al liquido, poi alla volatilità gassosa/aeriforme con la crisi dei derivati tossici (i "subprime") e adesso al plasmatico proto-Big Bang. Andando avanti tornand'indietro all'originario e sorgivo, al primordiale e primigenio, siamo giunti alla dissoluzione dei componenti costitutivi dell'identità, l'anticamera (rococò) di ciò ch'adesso va di moda chiamare "il grande reset". Tale dissoluzione era già stat'anticipata d'autori, intellettuali e artisti di nicchia (la copertina del 2° album dei Talking Heads, 1978, le locandine d'un paio di film di Van Sant, "Gerry" del 2002 e "Paranoid Park" del 2007, ecc), la novità sta nel fatto ch'ora è diventata fenomeno di massa, popolare, mainstream, è il vissuto quotidiano di giovani condòmini e d'ancor più giovani gestori di street food nel proprio paesotto. Facendo gli scongiuri affinché s'eviti l'approdo allo "starchild".