Mauro@Lanari 5½ / 10 19/07/2021 04:53:33 » Rispondi Jensen replica l'errore che lo fa credere un regista di qualità: una serie di drammi umani, lutti, malformazioni fisiche, grav'inestetismi, patologie mentali e nientemeno il non-senso dell'esistenza fra "caso e necessità" (Monod 1970), trattati con uno stile che non si ferma all'autoironia ma si estende, incontenibile e fuori controllo, alla black comedy, al crime violento, al grottesco strampalato. Ingredienti che dovrebbero fungere da valori aggiunti mentr'ottengono il contreffetto di minarne la profondità.
Mauro Lanari
Mauro@Lanari 19/07/2021 05:30:44 » Rispondi Kieslowski ("Destino cieco"/"Il caso", 1981)? "The Butterfly Effect" (Eric Bress e J. Mackye Gruber, 2004). Molto meglio "Accident" (Pou-Soi Cheang, 2009).
"Nothing Is Random". Kieślowski ("Destino cieco"/"Il caso", 1981)? "The Butterfly Effect" (Eric Bress e J. Mackye Gruber, 2004)? Molto meglio "Accident" (Pou-Soi Cheang, 2009). In "Riders of Justice" Anders Thomas Jensen replica l'errore che lo fa credere un regista di qualità: una serie di drammi umani, lutti, malformazioni fisiche, grav'inestetismi, patologie mentali e nientemeno il non-senso dell'esistenza fra "caso e necessità" (Monod 1970), trattati con uno stile che non si ferma all'autoironia ma si estende, incontenibil'e fuori controllo, alla black comedy, al crime violento, al grottesco strampalato. Ingredienti che dovrebbero fungere da valori aggiunti mentr'ottengono il controeffetto di minarne la profondità.