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SOLDI SPORCHI regia di Sam Raimi

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  19/06/2014 10:33:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un Raimi maiuscolo sfrutta un attacco molte volte impiegato -una borsa ritrovata per caso e zeppa di denaro- per mostrare come le lusinghe del benessere abbiano la meglio anche sull'integrità più ferrea. Che poi in questo caso tanto ferrea non è: i tre amici che desidererebbero spartirsi il bottino solo solo dei disperati in cerca della svolta epocale, all'affannosa ricerca di quel sogno americano che per due di loro è da tempo una chimera e per il terzo, con graziosa quanto maligna mogliettina al seguito, è indirizzato ad essere seppellito sotto un ammasso di speranze disilluse. E' il suo lumicino di speranza, unito al perbenismo di facciata a far precipitare gli eventi, smontando i tentativi di procedere con logica meno avida da parte dei compari.
Il piano semplice del titolo diventa un gran casino quando in città arriva il proprietario del denaro spacciatosi per un agente F.B.I., manco a dirlo finirà in tragedia con un epilogo di rara amarezza in cui una sorta di pena del contrappasso imporrà l'espiazione ai colpevoli. Ci sarà un ritorno al quotidiano che non potrà mai essere come prima, deturpato da una morale irrisa dal sangue versato.
Raimi avvolge i suoi personaggi in un ambiente perennemente innevato e glaciale, ne fa risaltare la depressione abbandonando il suo lato più ludico per dedicarsi ad un dramma senza scampo di notevole spessore.
Sembra una sorta di "Fargo" completamente depurato di qualsiasi elemento grottesco o leggero, l'analisi della cupidigia dettata da una natura umana sempre feroce e spietata davanti all'ossessione del possedere ha il volto del consapevole pessimismo.
Nessuno si salva davanti a tutto ciò, per primi a crollare devastati dai conflitti interni sono valori unicamente convenzionalisti come l'amicizia e la famiglia, messi in disparte dal fascinoso frusciare dei dollari
Un ottimo noir in cui il buio dell'anima e la violenza dei gesti portano in superficie ciò che cela il fasullo candore della neve. Il tutto sotto la sguardo allucinato di un gigantesco Billy Bob Thornton.