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ADAPTATION - IL LADRO DI ORCHIDEE regia di Spike Jonze

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LoSqualo     7½ / 10  02/05/2017 18:06:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Partiamo subito con il presupposto che non ho ancora visto Essere John Malkovich, film che ha dato le luci della ribalta allo sceneggiatore Charlie Kaufman che mette se stesso "in tutti i sensi", anzi due suoi alter ego, in questo suo lavoro, quindi non posso fare distinzioni o paragoni di nessun genere, e di conseguenza lo valuterò come un opera a se senza paragoni con il suo primo lavoro di sceneggiatura "appunto Essere John Malkovich" che viene citato all'inizio di questo lungometraggio di Spike Jonze.

In primis il film è uno di quelli che non gli si potrebbe attribuire un genere prevalente sugli altri, visto che spazia dall'avventura, al thriller, dal grottesco al dramma, sino alla forma esistenziale quasi alla Woody Allen, con un protagonista in una sorta di limbo psicologico ed esistenziale sulla propria persona e su quello che pensa di se stesso, ovvero come ripete spesso, un grasso uomo pelato, inetto, timido, impacciato insomma una sorta di nullità umana, mentre il suo gemello che all'apparenza potrà sembrare un normale uomo, si rivela essere geniale nel fatto di utilizzare la commercialità filmica ha suo vantaggio, cosa che il primo Kaufman non sa fare e nemmeno prova a utilizzare.

La pellicola scorre su un binario ben articolato sin dai primi istanti, con scene molto ripetitive con il personaggio di Charlie Kaufman "Nicolas Cage", che disprezza la sua stessa persona, invidioso del successo altrui, in preda a se stesso e con il terrore di espimere quello che prova alla persone per cui prova qualcosa di forte ma contrastante alla sua peronalità asociale e rigettiva nei confronti dell'essere umano, e persino in preda al panico quando si trova di fronte a tali entità diventando di pietra e non saper spiccicare più di qualche frase racimolata qua e la tra la sua fusa mente geniale, una sorta di vortice senza via di fuga da una mente che sa ma allo stesso tempo non sa cosa esprimere e come esprimersi al di fuori dei pensieri dentro la sua testa spelacchiata

Ho apprezzato il modo in cui il film si immerge in se stesso come una storia dentro la storia, che fa vivere al protagonista quello che dovrà inventare e scrivere, facendogli fare cose impensabili e osando in minima parte quando in pericolo o dopo tali disavventure divenute la sua realtà.

Quindi un impronta molto drammatica e allo stesso tempo esistenziale di questo ambiguo personaggio, un film che forse vuole rappresentare Kaufman per quello che è, o molto più semplicemente quello che non è, due personalità contrastanti che fanno buon gioco per tutto lo svolgimento, tra scene riuscite "come quella finale" e altre meno riuscite, Nicolas Cage in una delle sue più grandi prove degli anni duemila dopo il suo disastro finanziario, dove ora si vede costretto a partecipare a film poco consoni al suo reale talento di attore.

Mentre il resto del cast è brillante con una sempre brava Meryl Streep e un fantastico e sdentato Chris Cooper che vinse per questa sua prova l'Oscar al miglior attore non protagonista nella premiazione del 2003.

Infine come esclama uno dei personaggi, il film si valuta con un finale, e se quello e sorprendente avrai fatto un buono e degno lavoro, come alla fine è stato fatto per questo Ladro di orchidee targato da Jonze e Kaufman, drammatico ed esistenziale al punto giusto ed a tratti ricco di tensione.