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CRISTO SI E' FERMATO A EBOLI regia di Francesco Rosi

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amterme63     8½ / 10  22/04/2014 21:38:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Cristo si è fermato a Eboli" è il film della doppia memoria: da una parte è una testimonianza-omaggio nei confronti di un mondo (quello contadino, povero dignitoso disperato passionale del Sud Italia) nel 1979 (anno di uscita del film) in dissoluzione e oggi definitivamente scomparso; dall'altra per il fatto di essere un "riassunto" di uno sceneggiato televisivo testimonia di un'epoca in cui alla televisione pubblica si faceva cultura e si cercava di insegnare valori etico-civili di una certa profondità.
"Cristo si è fermato a Eboli" ha tutto il sapore delle opere lente, contemplative, introspettive, visivamente sublimi che caratterizzavano tanta parte del cinema e della tv degli artisticamente fecondi anni '70. Il film di Rosi è un piccolo gioiello da questo punto di vista e anche oggi colpisce per la poesia, la bellezza, la suggestione delle immagini, delle inquadrature, della storia raccontata.
Il segreto è proprio nella lentezza dei ritmi, i quali servono per "depurarsi", per introdursi di fatto (mentalmente ed esteticamente) in quel mondo perso, quasi primitivo, che Carlo Levi (e Rosi in rispetto dello spirito del libro) vogliono in qualche maniera celebrare, rilevandone la genuinità e l'istintività (a fronte dell'ipocrisia dei "galantuomini") e deprecandone lo stato di abbandono, dolore e disperazione in cui versa(va).
E' stato grazie all'esistenza di questo mondo se si è accesa e sviluppata la cultura di sinistra in Italia. Il tramonto e la scomparsa di questo mondo ha determinato anche il crollo di questo tipo di cultura. Oggi ci sarebbe da riflettere se il progresso tecnologico e il benessere abbia veramente prodotto tutti i vantaggi sociali e le trasformazioni positive in cui allora si credeva senza riserve.
E' proprio il benessere e la ricchezza personale che ha cancellato lo sguardo di partecipazione e interesse alla poverta e al bisogno che animava la generazione di Carlo Levi e Francesco Rosi. Oggi non si guarda più in questa maniera al disagio e al bisogno (c'è il muro "razziale" e l'egoismo proprietario che ce lo impedisce) e film del genere sono ormai sentiti come testimonianze, come oggetti di un passato ormai a tutti gli effetti remoto. Peccato.
Torok_Troll  23/04/2014 01:37:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Guarda che in Italia di fattorie ed imprese rustiche - agricole con contadini ne esitono ancora, che credi... non siamo ancora "estinti" per essere "sostituiti" (rimpiazzati) dagli "italiani del futuro" (extracomunitari inutili) come la cul - tura sinistrioide odierna che aspira al genocidio del nostro popolo (e degli altri d'Europa) vuole farci credere!
amterme63  23/04/2014 22:19:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tu confermi la mia teoria