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I 3 CABALLEROS regia di Walt Disney

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Dom Cobb     10 / 10  18/06/2012 20:36:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ragazzi, questo film l'ho scoperto letteralmente l'altro giorno, e mi ha subito conquistato!!! Tre le parti in cui il film si suddivide, tutte legate da un'esile trama che usa il compleanno di Paperino come pretesto:
1) EPISODI: I due episodi sul pinguino che vuole stare al caldo e l'asino volante sono davvero carinissimi, indimenticabili, disegnati fantasticamente. In mezzo c'è anche un interessante mini-documentario sugli uccelli rari, fra cui spicca lo strepitoso Aracuan.
2) BRASILE: E' la parte in cui torna il simpatico Josè Carioca di Saludos Amigos, che porta Paperino nella città di Baìa a incontrare un'affascinante ballerina che vende biscotti. Questa è una delle due parti da applausi del film, sia per forma che per contenuti: la canzone ha un ritmo semplicemente irresistibile, le gag non sono esagerate e l'animazione e l'incrocio fra finto e live-action (persone vere che ballano in un luogo disegnato) sono assolutamente superbi. Occhio al "processo di ingrandimento" suggerito a un rimpicciolito Paperino.
3) MEXICO: Qui fa l'apparizione il terzo Caballero, ossia l'iperattivo gallo Panchito, che porta i suoi due amici in Messico, da Acapulco a Veracruz (secondo momento da applausi, con musica e tecnica ai suoi massimi livelli) con una parte finale tutta nella mente di Paperino, forse un po' prolissa, ma esilarante.
Insomma, un lungometraggio davvero indimenticabile, scandito da ottime musiche, ottime gag, ottima animazione e in cui si nota una grande passione. Più grintoso di Saludos Amigos, è un cartone purtroppo sconosciuto ai più che sarebbe da riscoprire.


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Dom Cobb  05/10/2014 02:00:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il giorno del suo compleanno, ossia venerdì 13, Paperino riceve dei regali dai suoi "amici dell'America Latina": un video-proiettore, un libro sul Brasile e una pinata messicana piena di sorprese. Ad accompagnare il simpatico papero in questo trip sudamericano ci sono gli amici di cui sopra, il pappagallo José Carioca e il gallo Panchito Pistoles...
Nato e sviluppato nello stesso contesto del precedente "Saludos Amigos", questo ideale seguito del sesto classico disneyano continua sulla stessa strada tracciata dal predecessore, solo in modo molto diverso.
Innanzitutto, "I tre caballeros" si presenta quasi come l'antitesi del cartone a tema sudamericano che lo ha preceduto: se quest'ultimo somigliava più a un documentario o a un dietro le quinte, non dissimile da quelli che si vedono sui canali informativi in televisione, il suo seguito si può definire un film vero e proprio senza se e senza ma, con una trama vera e propria a collegare i vari pezzi che compongono il film, per quanto essa non risulti affatto essere elaborata. Lo spunto del compleanno del papero più famoso del mondo è un collante geniale nella sua semplicità.
Conseguenza immediata della diversa impostazione è anche una diversa struttura generale: qui si cambia registro ogni ventina di minuti, andando dal film a episodi al musical, finendo a quello che personalmente amo definire "film cartolina", ossia un film che, tramite le immagini e il loro sapiente uso, celebra l'argomento di cui si vuole parlare. In effetti, l'intero lungometraggio potrebbe essere identificato come un film cartolina, mascherato da miscuglio fra generi diversi.
Naturalmente, cambia la superficie, ma il contenuto resta invariato: in fondo, si tratta pur sempre di un film di propaganda, ma la propaganda stavolta si fa più sottile e meno sbattuta in faccia rispetto a "Saludos Amigos", motivo per il quale risulta anche più digeribile.
In generale, "I tre caballeros" si presenta dunque come un prodotto meno frammentario, più coeso e, dunque, più coinvolgente; questo anche per merito di un'animazione e un reparto tecnico sbalorditivi


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ma, soprattutto, di una travolgente, esplosiva energia e passione che animano il film dal primo all'ultimo secondo. Fra canzoni, musiche, ritmi, sound ed atmosfere tipicamente sudamericane è impossibile non lasciarsi trascinare, specie in sequenze come quelle di Bahia o Veracruz, veri e propri gioielli della pellicola.
Certo, forse questa formula mostra un po' la corda negli ultimi dieci minuti, dove il film rischia di dilungarsi inutilmente in prodigi tecnici fini a sé stessi e quasi autocompiaciuti,


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il tutto per poi giungere a una conclusione che è quasi un'interruzione per quanto arriva improvvisa e letteralmente dal nulla. Ma si tratta di difetti marginali: i personaggi sono irresistibili, le musiche trascinanti, l'animazione una gioia per gli occhi, così come i miscugli con il live-action, e persino i due cortometraggi ad inizio film lasciano un impatto duraturo.
A conti fatti, "I tre caballeros" forse non è un buon film a livello dei puri contenuti (per quanto anche qui sia presente una dose ammirevole e non trascurabile di cultura da trasmettere), ma è anche un film impossibile da non farsi piacere: anche per chi non è un fan di prodotti abbastanza frammentati, qui troverà almeno un paio di momenti che valgono la visione. VOTO: 7 e 1/2