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IL BAMBINO NASCOSTO regia di Roberto Andō

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Mauro@Lanari     4½ / 10  22/02/2022 08:22:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Il pianista e il ragazzino camorrista", "l'incontro di due solitudini", "il coraggio di tornare a vivere": già dal soggetto si potrebbe mai sperare in un approccio meno letterario e più cinematografico? L'8° film d'Andò è "perfettino e totalmente inconsistente, [...] esibisce le sue passioni senza essere però capace di condividerle. C'è il boss che ama la musica, il fratello di Gabriele che capisce le intuizioni del fratello durante una scena al ristorante in cui c'è tutta la forzatura, la mancanza di spontaneità di un cinema che declama spesso i suoi dialoghi" (Simone Emiliani). "La Napoli borghese e quella sottoproletaria, la camorra e la magistratura [...] l'adulto e il bambino. Il regista [o lo scrittore?] lavora per dicotomie, [...] restando prigioniero della sua stessa struttura narrativa e recludendo lo sguardo. [...] Non esiste non detto, [...] tutto deve essere esplicitato cedendo alla semplificazione e peccando di superficialità" (Raffaele Meale). "Il bambino nascosto" è stato apprezzato da quel pubblico e quella critica bisognose d'essere didascalicamente guidate per mano, di farsi condurre nella fruizione aiutandosi con Google Maps. Succedaneo del ddl Zan, cade pure nella trappola della sensibilità artistica e della genitorialità vicaria come frutto dell'omosessualità. Il prof del conservatorio San Pietro a Majella vive di paradossi, un ritmo spesso latitant'e il presunto melodioso suono dei tanti silenzi. Ciononostante almeno un'armonia non usa uno strumento scordato: quella fra i due protagonisti.