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DUNE (2021) regia di Denis Villeneuve

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Invia una mail all'autore del commento williamdollace     8 / 10  22/09/2021 12:59:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Definire il cinema ha a che vedere con pochi film proiettati, e ancor meno quelli visti, si contano nelle librerie degli appassionati, di coloro che leggono le narrazioni nei libri e vedono il cinema negli schermi, con buona pace di Peter Greenaway. Denis Villeneuve appartiene a quella piccola schiera di autori che hanno ancora il coraggio di fare cinema, e non narrazioni tramutate in movimento. La mia perplessità era l'attacco di Denis a un'opera di tale complessità, forse inadatta ai miei occhi preventivi alla sua politica autoriale. Mi sbagliavo, perché ove la sabbia onnipresente diventa uno spazio vasto dell'inconscio, lui ad oggi vi si è sempre infilato, Sicario, Enemy, 2049, così come si è sempre infilato in quel pertugio piccolissimo e affascinante che sta tra la narrazione, la famiglia e la vastità dello spazio. Mentre Nolan di questo è ormai diventato il pappone, Denis ne ricava detriti per la sua poetica, ne ricava dune mosse, battiti di cuore da centro del mondo, mostri concentrici eppure quanto umani, umani asimmetrici eppure tanto mostri, per recuperare una dimensione del linguaggio che sta fra l'essere umano e l'altrove (Arrival) arrivando ad accecarci con i suoni, a parlarci con il silenzio, a incitarci con le distese desolate di spazi immaginifici. Ignoti. Spazi. Profondi (direbbe Herzog). Il viaggio è intrapreso, poco importa se avrà un seguito, il cinema come ogni suo lungometraggio, è infine compiuto.