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DUNE (2021) regia di Denis Villeneuve

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JohnRambo     7 / 10  21/02/2024 14:09:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Buon remake di quella che nel film storico (1984) è la prima metà della storia.
Gli eventi vengono raccontanti con più lentezza e le due ore e mezza di durata appaiono davvero tante. Non avendo il letto il libro ed avendolo visto *prima* del Dune di Lynch, non ho fatto caso ad alcuni cambi operati dal nuovo regista, il più evidente dei quali, a posteriori, è il sesso del dottore locale: da alto e serio scienziato a donna, di colore, relativamente giovane e pure guerriera (il massimo dei valori del cinema odierno), che invece di rimanere uccisa nell'assalto, si fa uccidere da un vermone portando con sé due tizi che le davano la caccia.
Nulla di che.

La figura della futura compagna di Paul, che nelle fattezze di Timothé Chamelet mi pare azzeccato, è la solita giovane un po' arrogante che sa già tutto... ora purtroppo un'altra figura come Trinity del primo Matrix, una delle più affascinanti figure di eroina mai viste sullo schermo, sono state messe da parte per tratteggiare questi personaggi per nulla empatici, che inducono naturalmente una profonda antipatia. In ossequio alle mode attuali, mi aspetto un depowering del protagonista a favore della sua compagnia o di una qualsiasi altra donna a caso.

Assai diversa, per nostra fortuna, è la madre del protagonista, una bellissima e sensualissima Rebecca Ferguson che carisma in mano mette la Chani di Zendaya in notevole difficoltà. Fra l'altro nella scena in cui sotto il sole cocente di un pianeta desertico (assurdità narrative clamorose) madre e figlio si cambiano d'abiti, m'è sembrato d'intravedere un lampo di malizioso imbarazzo negli occhi di lei, e per un attimo ho pensato che la vicenda ci avrebbe fatto scoprire che Paul non è in realtà suo figlio. Mi sbagliavo, ovviamente, ma a quel punto mi sono chiesto perché far agire i due attori in quel modo equivoco.

I cattivi ci sono grazie al collaudatissimo Stellan Skarsgård, mentre Dave Bautista non mi pare convinto, non almeno quanto Sting di cinquant'anni fa. Forse il ruolo di guardiano della galassia lo sente più suo.

Comunque, le premesse per un sequel bello avventuroso ci sono, spero non le buttino tutte a tarallucci e vino.