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L'INTENDENTE SANSHO regia di Kenji Mizoguchi

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Tumassa84     9 / 10  27/11/2010 02:37:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Altro grande capolavoro di Mizoguchi Kenji. Zushio e Anju, fratello e sorella, sono i protagonisti della vicenda e vivono portando dentro di sé l'insegnamento del padre, il governatore della provincia di Mutsu: "Tutti gli uomini hanno diritto alla felicità. Sii duro con te stesso e compassionevole con gli altri". Purtroppo, il mondo è posto in cui tali ideali difficilmente possono essere realizzati, e dovranno sperimentarlo sulla propria pelle. Durante un viaggio, infatti, i due fratelli e la madre vengono rapiti dagli schiavisti e rivenduti in posti diversi. Zushio e Anju si ritroveranno così a lavorare per l'intendente Sansho, un crudele signorotto che tratta i propri servi alla stregua delle bestie. E' interessante fare un confronto tra la figura del padre di Zushio e l'intendente: il primo, buono e giusto, viene messo in esilio perché si rifiuta di inviare uomini per una guerra. Il secondo, spietato e meschino, è adulato dalle autorità della capitale che lo vedono come un uomo fidato e valoroso. In un mondo dove i buoni sono bistrattati e i malvagi adulati, difficilmente possono realizzarsi nobili ideali, e così Zushio con il passare del tempo cambia e diventa anch'egli crudele. Fino a un giorno in cui, ripetendo insieme alla sorella la stessa azione di rompere un ramo, torna ai sentimenti di bambino al punto tale che gli sembra di sentir in lontananza la voce della madre. Egli rinsavisce e decide di scappare; e da quel momento non rigetterà più gli insegnamenti del padre. Altro personaggio interessante è il figlio dell'intendente Sansho, buono e puro di cuore. "Devi essere orgoglioso di tuo padre" gli dice il ministro. In realtà lui se ne vergogna profondamente e un giorno, non sopportando più di vedere uomini trattati come bestie dal suo stesso padre, decide di ritirarsi in un monastero buddista. Quando rincontrerà Zushio in fuga, gli dirà che "l'unico modo per poter vivere in modo giusto e secondo i propri ideali, è ritirarsi dal mondo". Zushio, però, si dirige alla capitale e riesce a dimostrare la propria identità, facendosi così proclamare nuovo governatore di Mutsu. Il suo primo e unico atto da governatore sarà quello di rendere illegale la schiavitù e di imprigionare l'intendente Sansho, dopodiché, ben sapendo che l'avrebbe aspettato l'esilio proprio come il padre, lascia l'incarico e, venuto a sapere che sia il padre, sia la sorella sono morti, si mette in cerca della madre. La troverà zoppa e cieca, dopo che anch'ella ha dovuto sopportare torture e angherie. Il loro incontro è commovente, con lei che ormai non si fida più di nessuno e non gli crede, ma quando Zushio gli prova inequivocabilmente la sua identità si stringeranno in uno straziante abbraccio. La macchina da presa, quindi, si sposta sulla bellissima natura circostante dell'isola di Sado, lasciando allo spettatore il compito di immaginare cosa ne sarà, d'ora in poi, di Zushio e della madre.