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OASIS regia di Chang-Dong Lee

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elio91     9 / 10  11/02/2012 11:17:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
IL COMMENTO CONTIENE SPOILER

Una meraviglia inaspettata, l'ennesima perla del cinema asiatico e coreano in particolare.
Oasis ha quella capacità al giorno d'oggi sempre più rara di stravolgerti il cuore con naturalezza, quando poi migliaia di altri film che provano a trattare argomenti simili esprimono una sorta di pornografia dei sentimenti e/o, peggio ancora, ti forzano alla lacrima facile con ogni sorta di trucchetto. Questa pellicola non è cosi per sua fortuna; credo abbia in sé una piccola grande limpidezza d'animo come quella che anima i suoi due protagonisti se già verso il ventesimo minuto mi è scesa una lacrima per una sequenza tanto semplice quanto efficace che vede Gong-Ju immaginare miriadi di farfalle nel fascio di luce che riflette con lo specchio.
Successivamente la sceneggiatura riesce anche ad essere grossomodo prevedibile, ma in realtà alcuni piccoli tocchi fanno sì che l'interesse non cali mai; il ribaltamento della posizione di Jong-du ti fa ribollire il sangue, da mezzo delinquente che in famiglia hanno tentato in tutti i modi di aiutare fino a quando non si rivela per quel che è veramente: un capro espiatorio che i fratelli hanno usato a loro uso e consumo e che la famiglia non considera per nulla. Ed è lo stesso per Gong-Ju con il fratello che si occupa di lei unicamente interessato al guadagno che lo stato elargisce per aiutare la malattia della ragazza.
E il regista non si ferma qui e continua a scagliare con crudeltà le sue critiche all'intera società coreana: esplicative in tal senso sono le passeggiate dei due protagonisti, cacciati dai ristoranti come fossero dei rifiuti della società (tali sono considerati) e che tocca l'apice nello stupendo finale in cui famiglie, forze dell'ordine e uomini della strada non riescono a capire (o fanno finta di non capire, peggio ancora) le richieste di Gong-ju, accecati dal pregiudizio, e lo stesso per Jong-du.
Poi quando lui taglia i rami e lei per fargli capire che c'è mette la radio ad alto volume è una sequenza inesprimibile; davvero non c'è bisogno di essere di lacrima facile, soltanto una pietra non potrebbe provare almeno un brivido.


Venendo alle interpretazioni, credo che siano di un altro pianeta. Sol Kyung-gu è eccezionale, amabile (un pò ricorda lo Spud di Trainspotting per la sua fragilità e gli errori che compie, associati ad un animo puro).
Discorso diverso per Moon So-ri: sono convinto che in questo casi ci troviamo di fronte ad una delle prove attoriali più intense, belle e sofferte di sempre. Sarebbe stato lo stesso se fosse stata davvero affetta da paralisi, dato quello che concedeva. Al contrario, ti viene un colpo quando in alcune scene improvvisamente smette la smorfia, si alza dalla sedia e comincia a ballare e scherzare con Jong-du....
Davvero, se non fosse stato per questo non avrei mai potuto capire che l'attrice recitava in tutto e per tutto. Impressionante.

Finale amaro ma con una punta di speranza: e va bene cosi. Lo stoicismo di chi non si arrende è esclusivo appannaggio di chi è un diverso anche quando non dovrebbe esserlo per niente.
Invia una mail all'autore del commento Gondrano  13/02/2012 14:03:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bellissimo commento per un bellissimo film.
elio91  13/02/2012 15:15:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti ringrazio!