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HOUSE OF GUCCI regia di Ridley Scott

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Boromir     8 / 10  20/12/2021 16:25:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E nella data corrente, House of Gucci arriva puntuale a soffiare a The Counselor il titolo di opera più estrema, obliqua e folle che Ridley Scott abbia mai diretto. È un film difficile da analizzare e da collocare nella filmografia del baronetto inglese, un esempio di camp dalla narrativa volutamente ondivaga (ma sorprendentemente coesa) dalla doppia anima: 1) quella dello sbrilluccicante blockbuster divistico utile all'incasso in vista di Kitbag; 2) quella più autoriale, a metà tra istrionismo da soap opera e tragicommedia depalmiana, che indaga i rapporti di potere e l'evoluzione capitalistica sul finire del Novecento.
Tutto è studiato per indispettire e disorientare, dai faticosi accenti italo-cirillici all'uso stridente di una variegata colonna sonora, dalla presenza di un Jared Leto che pare una parodia di Fredo Corleone a una regia composita da telenovela (non manca qualche ripresa spericolata, come quella panoramica sulla fastosa dimora di Aldo Gucci, che ricorda Black Hawk Down), per arrivare a un montaggio serrato, che tutto frammenta e asciuga, impedendo ai tempi morti di trovare spazio.
Il banchetto pantagruelico d'immagini leccate e smarmellate catturate da Scott (e dall'ormai fido Dariusz Wolski) è una vera delizia, ma nel marasma di smokey eyes appariscenti e outfit improbabili, giganteggia un cast di draghi alle prese con personaggi artefatti e moralmente imbalsamati, simili a zombie. Manco farlo a posta, Jeremy Irons e Al Pacino i migliori del lotto; Salma Hayek buca lo schermo, ma avrebbe meritato ben altro minutaggio.