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ASSASSINIO SUL NILO (2022) regia di Kenneth Branagh

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Gigi01     5 / 10  28/02/2022 21:43:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dunque, partiamo dal presupposto che a chi ha letto il libro, conosce il personaggio e ha già previamente visionato la trasposizione cinematografica del 1978, come il sottoscritto, non consiglierei di guardarlo, o potrebbe cogliervi una psoriasi.

Passi la mutazione di numerosi personaggi del romanzo, a partire dalle due donne di colore e dalle due signore lesbiche, inserite giusto per sensibilizzare il tema del razzismo e dell'omofobia, e per essere perciò in linea con la nuova Hollywood, inclusiva e moralista; aspetti che ho trovato vacui e inconsistenti, dato che siamo nel 1937. Sono parecchie le cose che mi hanno infastidito, una su tutte la caratterizzazione di Salomè Otterbourne, personaggio assai esuberante e divertente nel romanzo, ripudiato da Poirot per il suo essere impudico e sfacciato, qui viene totalmente trasformato e rivalutato, e con la sua concupiscenza riesce addirittura ad instillare nel cuore dell'investigatore belga un sentimento che da decenni non provava più, l'amore...abbastanza ridicolo; o meglio, ridicolo se si ha in mente il personaggio originale, qui del tutto stravolto.

Difatti dimentichiamoci il classico Poirot, buffo, grassoccio, impacciato, contrario a qualsiasi forma di violenza; qui il nostro Branagh, oltre a mostrarci il perchè dei suoi eccentrici baffi (lasciati crescere per celare cicatrici di guerra, a cui Poirot teoricamente non ha mai preso parte), lo dipinge come un uomo ancora affascinante, sì borioso, ma dal cuore tenero, tanto tenero da commuoversi sovente nel corso del film; non solo, è agile come una gazzella, riuscendo a schivare dei colpi di pistola, a correre senza il minimo impaccio, ed a sferrare lui stesso una calibro 45.

Non mi concentrerò sugli aspetti più ridicoli del film, gli errori e le sviste, chi lo guarderà se ne renderà conto da sè. Mi limito semplicemente a dire che l'ho trovato a dir poco soporifero e noiosamente moralista: l'amico che si innamora della ragazza di colore, Poirot che si innamora della madre e poi...TUTTI, ma dico tutti i probabili assassini maschi innamorati della vittima: l'avvocato che la truffava, il medico suo ex amante; per non parlare poi della vittima stessa, nel romanzo descritta come una vipera senza il minimo ritegno, e qui invece povera martire, gentile col prossimo.

Ho poco da aggiungere: sceneggiatura banale, sviluppo lento, noioso, pieno di intoppi ed incongruenze. Salvo sicuramente invece la fotografia e la scenografia, davvero ben fatta.
sognatore  11/04/2022 01:34:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non potrei aggiungere altro. Analisi perfetta.