caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

EVERYTHING EVERYWHERE ALL AT ONCE - LA VITA, IL MULTIVERSO E TUTTO QUANTO regia di Dan Kwan, Daniel Scheinert

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  12/04/2023 02:54:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Alla fine, dopo un film eccentrico dal montaggio più radicale e formidabile che ci sia, potresti chiederti "e allora?" e dico io sarebbe la chiave di lettura per capire se questo film pazzesco sia da amare senza riserve oppure no. Il problema è che in questo guazzabuglio visivo è difficile rammentarsi che si parla di scelte di vita, di ragioni del cuore, di segni del destino di fatalità motivo per cui qualcuno si è affrettato a dire che si tratta di uno dei più grandi film mai realizzati. E se fosse? Se fosse, se lo vedessimo in questo contesto potrei anche essere d'accordo, neutralizzando Gondry Aronofsky ("Requiem for a dream"), Peter Weir, il kung fu secondo Tarantino Vs. Kill Bill, Ratatouille, 2001 Odissea nello spazio, il Dr. Stranamore e pure Mr. Nobody. Se ci si diverte un mondo a cogliere tutte le citazioni plausibili il divertimento è assicurato, anche quando sono fini a se stesse (no che non mi vanno giù le pietre parlanti come le macchine di Leo Carax toh pure la Francia). Ma nella grottesca deformazione cyborg di una commedia teofilosofica sulla dimensione umana, cogliere la prospettiva di una nuova Vita, di una nuova Morte, anche solo di una rinascita, diventa frustrante, prezioso ma impervio. Il gioco (ripeto impeccabile a livello di montaggio) vale la candela? Certamente sì ma senza che il cuore mi scaldi tra un'immaginario (desiderato, Im-possibile) e la realtà incompatibile