Manticora 8 / 10 03/03/2023 10:33:39 » Rispondi Aronofsky ancora una volta si cimenta in un film che partendo da un opera teatrale, la seconda candidata agli oscar quest'anno, affronta ancora una volta il tema dell'ossessione, della dipendenza e soprattutto dei rapporti padre-figlia. Quest'ultima è già vista in the wrestler, da una parte questo incontro-scontro genitore-figlia è un pò l'epigono del precedente film. Ma se lì il personaggio del padre aveva la libertà di scegliere di muoversi nell'ambiente circostante qui Brendan Fraser si è auto-imprigionato nella sua casa, da dove non esce praticamente da anni. Ho notato delle sbavature nella messa in scena proprio all'interno dell'appartamento, dato che il regista per forza di cose, nei dialoghi-confronto con i personaggi adotta una impostazione TEATRALE che in certi casi vedi Samantha Morton è evidente nella postura del corpo e nell'interazione con gli oggetti. Comunque è un dettaglio minimo che non compromette la storia. Quest'ultima funziona, forse a tratti è troppo cinema del dolore, ma Aronofsky sà come spostare la prospettiva, andando ad analizzare l'inutilità della RELIGIONE, e rinuncia ad INDUGIARE nel classico schema del personaggio che sprofonda sempre più nella malattia-dipendenza fino a morirne in diretta. Come in requiem for a dream invece l'interazione dei personaggi non parla solo del destino del protagonista, Charlie, ma anche di quelli che gli stanno intorno. Ellie la figlia adolescente per esempio si vede all'inizio del film che scende dall'autobus. Per poi piombare a casa di Charlie, in un confronto-scontro che metterà tutto in discussione. La ragazzina di Stranger Things (Max docet) qui dimostra capacità attoriali non indifferenti, che fanno impallidire la penosa deriva della serie Netflix omaggiante gli anni 80. da tenere d'occhio questa Sadie Sink, indem per l'infermiera Hong Chau, che rappresenta l'unica amica di Charlie, ma anche ambiguamente quella che suo malgrado lo aiuta a morire. Il ragazzo della setta religiosa rappresenta un mcguffin notevole e non scontato soprattutto perchè
in realtà è scappato dalla setta, rubandone i soldi
anche lui alla fine però troverà la sua strada. Infine Brendan Frazer che spero vinca l'oscar per un interpretazione non certo semplice e a rischio cinema del dolore, che invece mostra tutta la sua forza, duttilità e capacità drammatiche. Un film che merita, soprattutto se non cercate un film scontato.