Mauro@Lanari 5 / 10 02/10/2022 02:53:53 » Rispondi Non classificherei lo stile scelto da Dominik com'onirico, espressionistic'o surrealista: s'è identificato con la sua protagonista e ha deciso di raccontarla in soggettiva. Ma lei chi sarebbe? Una ch'avrebbe vissuto esperienze infantili traumaticamente inelaborabili: potrebb'essere una donna qualunque o una persona qualsiasi, invece è stata selezionata una diva mostrandola scissa nell'animo di Norma Jeane e nel corpo di Marylin. Per chiarire un concetto così semplice sarebbe bastato il tempo d'un mediometraggio, mentr'il regista ha voluto seguire empateticamente la sua vittima in una coazione a ripetere lunga 2 ore e 46 minuti. Spurgando la maratona dal nubifragio di scene di pianto, si sarebbe rientrati nei giusti limiti di durata. Poi: non avendo mai provato interesse per il fenomeno del divismo, non sono in grado di giudicare se ci sia pure una denuncia verso lo star-system: m'auguro di no, poiché l'operazione di Dominik ha com'unico effetto sicuro quello di lanciare de Armas nell'empireo dello stardom planetario. Infine: se alla Mostra di Venezia la pellicola è stata applaudita 14 minuti, evidentemente c'è chi può permettersi le cur'estetiche per ripararsi cotanto spellamento delle mani.
Mauro@Lanari 02/10/2022 04:02:28 » Rispondi ...scissa nell'animo di Norma Jeane e nel corpo di Marylin, da cui la sintesi "Blonde".
Sproloquio che comunque afferma un incontrovertibile dato di fatto: se 'sta vittimistica sparata (neo? post?) femminista della Oates e di Dominik avesse ruotato attorno a un personaggio fittizio, non se la sarebbe cagàta nessuno. Ancorandola invece a "lei", allora è diventato un obbligo discettarne. Espedienti basici dell'industria culturale.