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TRUMAN CAPOTE: A SANGUE FREDDO regia di Bennett Miller

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MyName     4 / 10  21/02/2006 21:57:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono uscito ora dal cinema. Sono trascorsi trentacinque minuti e sono scappato dalla sala e dal quel filmaccio presuntuoso, lento, informo, incolore, insapore. Unco punto di forza è il protagonista. Ma non basta porcaccia la miseria. Piero è ancora in sala poverino.
frine2  23/02/2006 00:02:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Secondo me non sei scappato per le ragioni che dici, ma perché obiettivamente il film è di una crudeltà inaudita (e senza splatter oltretutto). Non è facile sopportarlo: anch'io ero tentata di uscire.
Tolta di mezzo la funzione edificante/redentrice della suora di "Dead man walking", ovvero il misticismo laico di " The Green Mile", che cosa resta? Due pessimi soggetti, lo scrittore e l'assassino, l'uno peggio dell'altro. Ma l'aspetto più devastante del film è che entrambi sono _esseri umani_, la cui raccapricciante malvagità, in parte, potrebbe essere dentro ciascuno di noi. Attenzione all'intervento, breve ma illuminante, della sorella di Perry: "Non si fidi della sua gentilezza, è capace di uccidere con la stessa facilità con cui noi due parliamo".
MyName  23/02/2006 13:45:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La crudeltà psicologica dei personaggi non mi ha affatto spaventato. Il tuo commento è notevole e degno di LODE. Sei una persona molto preparata. Io NON sono mai uscito dal cinema prima che l'ultimo titolo di coda sparisse dallo schermo. In questo caso mi sono MORTALMENTE annoiato. La lentezza del film e i dialoghi poco interessanti mi hanno incoraggiato notevolmente verso la mia macchinina. Tutto qui.
frine2  24/02/2006 00:39:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bravo, ora sì che ci capiamo.
Personalmente, non credo che la lentezza sia di per sé un fatto negativo. E a dire il vero non mi sono nemmeno annoiata. Trovo comunque che il film sia molto inquietante, perché mette in discussione il ruolo dello scrittore/giornalista e la liceità del suo modo di agire.
Ero bambina quando uscì "In cold blood", e provai un istintivo senso di raccapriccio. Mi sentii a disagio quando lessi che il musicista Brian Jones (da me adorato) lo teneva fra i suoi libri preferiti. E così via...
Ma per fortuna il cinema in cui si proiettava il film dista appena cento metri da casa mia. Non ho avuto nemmeno bisogno della macchinina:-)