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TRUMAN CAPOTE: A SANGUE FREDDO regia di Bennett Miller

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maremare     7½ / 10  22/02/2006 13:17:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per la sobria regia di Bennett Miller e con la “mostruosa” interpretazione di Philip Seymour Hoffman (indebolita per l’Italia da un doppiaggio troppo caricaturale rispetto alla voce originale) “Truman Capote: a sangue freddo” appare essere un’operazione interessante.
Il regista ambisce ad imitare lo stile del romanziere, creando un film-documento sulla nascita di un libro che fonderà un genere (il romanzo-documento) e rivoluzionerà il mondo della letteratura.
frine2  23/02/2006 00:25:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì, ma se questo è il prezzo, conviene scrivere roba tipo "Harry Potter":-(
E' legittimo imboccare un assassino con il Nipiol, regalargli libri, promettergli una buona difesa solo per estorcergli informazioni di prima mano e realizzare uno scoop? E' perdonabile che lo scrittore _inganni_ l'assassino, offrendogli un avvocato ma creando al contempo per il proprio libro un titolo che è di per sé una condanna, "In cold blood"? Ed è lecito, mentre l'assassino, dalla propria cella, vede passare le bare di quelli che lo hanno preceduto, continuare a illuderlo e contemporaneamente sperare che la cosa "finisca presto"?
Ma anche la personalità di Perry è forte, e Truman si farà coinvolgere, pagando così il fio del suo cinismo...Ed è l'unica consolazione che il film ci lascia.

maremare  23/02/2006 01:52:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
già..

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frine2  24/02/2006 00:12:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Volentieri:-)
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  24/02/2006 21:58:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La cosa strana è che uno si aspetta sempre un'agiografia... non è detto che sia così... è successo anche alle rockstar Jim Morrison o K. Kobain al cinema,,, dissacrate. Capote non solo non era una persona facile ma un personaggio tanto illuminato quanto umanamente sgradevole
frine2  27/02/2006 01:49:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se non ricordo male, la biopic su Kobain era basata su spezzoni di interviste originali, non so fino a che punto manipolate. Il film tendeva a presentare la rockstar come vittima della moglie Courtney Love (poi rivelatasi un'interessante attrice). Certo, l'utilizzo di documenti di repertorio non deve ingannare, perché un montaggio abile può snaturarne il significato.
Ben diverso il film "I Doors", che invece è una ricostruzione a posteriori della vita di Jim Morrison. L'ho visto in TV, i titoli di testa erano già passati e ho avuto l'impressione che fosse un film di serie B, con un Val Kilmer eccessivo e tutt'altro che convincente. Vabbè, le inquadrature erano suggestive, visionarie....però è evidente che Stone non è il mio regista preferito;-)
Comunque la biopic agiografica non sembra più di moda: da Luc Besson che presenta Giovanna d'Arco come una schizofrenica, a Werner Herzog che non trasmette esattamente una bella immagine di Klaus Kinski...Nemmeno Ray Charles se la passa propriamente bene.
In fondo, le agiografie ormai sono limitate ai personaggi di ambito religioso (Madre Teresa, Giovanni Paolo II etc.). Senza però dimenticare "I diari della motocicletta". singolare esempio di "Acta martyrum" in chiave rivoluzionaria. Molto carino il "Che" che fa i miracoli:-)
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  05/03/2006 23:26:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vero pero' io parlavo del rapporto dei fans con il proprio idolo... pensa che casino succederebbero se facessero un film su Elvis Presley e i suoi vizi