Njósnavélin 9 / 10 16/05/2009 17:45:18 » Rispondi Thriller psicologico in cui ci si addentra nel mistero della mente umana, senza il forsennato bisogno di psicanalizzare ogni gesto, parola, immagine. Fin dalle prime scene si è avvolti da una atmosfera di irrazionalità, ci si trova immersi in quello che pare essere un mondo che gira attorno ad uno solo individuo, Henry Letham, e nel quale tutti vengono risucchiati. Eventi inspiegabili, continui dejàvu, voci e premonizioni sembrano indirizzare il film verso il soprannaturale, in realtà, quando tutto sembra ormai privo di senso, arriva il colpo di scena,
un incidente stradale, di cui henry si sente responsabile, provoca la morte dei genitori e della fidanzata; in una affascinante e irrazionalmente lucida esperienza pre-morte, il ragazzo prova a fuggire da quella realtà che non è in grado di affrontare. Questo suo viaggio è una lotta tra il senso di colpa per ciò che è accaduto, e il conseguente desiderio di lasciarsi morire, e la voglia di vivere, che si coglie nella straziante richiesta di matrimonio rivolta alla soccorritrice, trasfigurazione della sua ragazza. Questa sua lotta assume i volti di coloro che lo circondano, sull’asfalto della strada: il medico e l’infermiera incarnano il desiderio di continuare a vivere, sono in effetti gli unici che vogliono salvarlo, e sono gli unici che vivono una vita propria, fatta di dubbi e insicurezze. È Henry che gli infonde questa vita, è lui che si trasfigura in entrambi, così che i quadri dell’infermiera diventano i suoi quadri, e le parole del medico diventano le sue parole. Tutti gli altri personaggi rappresentano l’ultimo contatto con la realtà, sono racchiusi nelle immagini che Henry ha registrato nella sua mente, e come tali si ripresentano, in più momenti, sempre identiche a se stesse; sono trasfigurazione del senso di colpa, che fa vedere, come unica soluzione alla sofferenza di cui si sente responsabile, la morte. Strazianti sono gli incontri con il padre, la madre e la fidanzata: sa che ormai li ha persi, vorrebbe salutarli un’ultima volta, ma il rimorso gli impedisce anche questo, ed ecco che il padre, cieco, non lo riconosce e donargli la vista non serve a nulla (“voglio che tu mi veda un’ultima volta”). La madre,che incontra nei “panni” del medico, lo riconosce, ma ora è lui a non riconoscersi come figlio, e la comunicazione è impossibile; la fidanzata non lo riconosce neanche nei panni del medico, ed è a quel punto che Henry capisce che il suo destino è di morire. ma in realtà una parte di sé può continuare a vivere: la visione, nella mente del medico, di una scena creata dalla mente del ragazzo lascia aperte molte interpretazioni, e addolcisce un finale molto triste.
Molte le scene che colpiscono: oltre al finale, ricco di pathos, quella allo strip club, in cui, sulle note di una struggente Angel dei Massive Attack, Henry ripercorre la sua vita,
rivedendo su di un telo i frammenti di quella vita che sta perdendo per sempre.
Il fatto che non tutto trovi una perfetta spiegazione nel finale, è per me un punto a favore del film: la mente è un qualcosa di talmente complesso che sarebbe banale voler dare un senso ad ogni singolo fotogramma; qualche dubbio, qualche incomprensione rende il tutto ancora più affascinante, e spinge ancora più alla riflessione. Il film colpisce, affascina, emoziona, grazie ad una sceneggiatura, fumosa ed enigmatica quanto basta, una regia, claustrofobica e suggestiva, e delle interpretazioni coinvolgenti ed emozionanti (tra tutti Ryan Goslin, capace di ingabbiarci nel suo “labirinto” e di liberarci solo dopo aver vissuto la sua sofferenza). A completare il tutto una fotografia e una colonna sonora che impreziosiscono ulteriormente questo piccolo gioiello, bistrattato da molti forse perché non compreso in ogni suo aspetto.
vale1984 17/06/2009 22:54:09 » Rispondi non posso che essere concorde con ogni parola del tuo commento...davvero una bella spiegazione complimenti...avevo alcuni dubbi e sei riuscito a spiegarli. Grazie.