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IN UN ALTRO PAESE regia di Marco Turco

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Marco Iafrate     9 / 10  15/03/2009 21:44:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
“In un altro paese”…….in qualsiasi altro paese, Falcone e Borsellino non avrebbero fatto la fine che tutti conosciamo. L’uomo ha la memoria corta ed è giusto ( ben venga ) che ogni tanto ci sia qualcuno con il coraggio di fare film che ci ricordano momenti drammaticamente importanti della storia del nostro bel paese. Questo ottimo film-documentario è incentrato sul rapporto che da sempre esiste tra mafia e politica ed in particolare sul maxi-processo di Palermo a Cosa Nostra, processo che soltanto il coraggio e la caparbietà dei 2 magistrati ne permisero lo svolgimento e che portò alla condanna di centinaia di mafiosi. Purtroppo questo condusse prima Falcone e poi Borsellino a pagarne con la vita le conseguenze. Il regista romano Marco Turco riesce con una drammatica sequenza di immagini ed un desolante scenario di morte a gettare un macigno sulle coscienze di chi è responsabile di una delle più tristi pagine della storia. Pagine che parlano di una sconfitta, la mafia è più forte di prima, non ha più bisogno di ammazzare, paradossalmente le due famose stragi stanno a dimostrare che Cosa Nostra iniziava a dare segnali di debolezza, di paura di un' imminente fine, hanno rappresentato un disperato tentativo di mostrare i muscoli, forse in quel momento non era "tutto finito" come sosteneva un rassegnato Caponnetto ai funerali di Borsellino. Purtroppo i brandelli di carne umana sparsi sull’asfalto di Capaci e di via D’Amelio non sono serviti a niente, lo Stato non ha reagito, il sacrificio dei due giudici è stato invano, il potere mafioso non teme più nessuno.
Un documento indispensabile per chi, distratto da calciatori e veline, si è dimenticato di personaggi come Michele Greco, Tommaso Buscetta o Pippo Calò, dell’omicidio di Salvo Lima che sottolineò, con la famosa “Strategia del terrore”, non soltanto la volontà di uccidere gli esponenti delle istituzioni dello Stato che cercavano di contrastare Cosa Nostra ( Falcone e Borsellino) ma anche quegli esponenti del mondo politico che avevano prima usato e poi tradito le famiglie mafiose. Per chiudere con l’abbraccio tra Berlusconi e Marcello Dell’Utri “colpevole”, come sottolinea il premier, soltanto di aver permesso la nascita del partito “Forza Italia”.