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L'URLO DELL'ODIO regia di Lee Tamahori

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Boromir     6½ / 10  20/04/2024 01:12:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lee Tamahori è sempre stato a suo agio quando si tratta di narrare l'animalità più ancestrale dell'uomo attraverso anche elementi folkloristici, e in effetti il ​​modo in cui si destreggia tra le maglie del survival-movie (pazzesche le riprese dei paesaggi montani) è sicuro di sé, teso al punto giusto e suggestivo. Tutto ciò che riguarda l'elemento avventuroso (l'antagonismo con l'orso grizzly, gli stratagemmi adottati per non lasciarsi piegare dalla natura selvaggia) si fa apprezzare soprattutto per la prova di un Anthony Hopkins tonico, coltissimo, inquieto e pieno di risorse; quando invece lo script di David Mamet sposta il focus sui dualismi personali tra eterogenei superstiti (ovviamente ci sono di mezzo una donna e una montagna di soldi), ecco che la narrazione si adagia su cliché noir decisamente meno accattivanti. Un godibile kolossal che con meno professionalità e patina hollywoodiana (notevoli pure le arie orafe) avrebbe navigato nell'anonimato, insomma; anche se il più sentito plauso va a Bart, il mirabolante orso ammaestrato già ammirato nelle pellicole di Annaud.