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BABYLON (2022) regia di Damien Chazelle

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Boromir     5 / 10  10/02/2023 00:52:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lo scoppio della crisi virale nel marzo 2020 ha spinto i filmmaker più lungimiranti a sfruttare la chiusura delle sale, le più o meno discutibili politiche sanitarie atte al contenimento dei contagi e la rapida ascesa dell'intrattenimento on demand come spunti per riflettere lo stato dell'industria hollywoodiana a cent'anni dalla sua fondazione. Damien Chazelle si unisce alla cricca, dimostrando di amare incondizionatamente l'arte a cui si è consacrato, al contrario dei rozzi e ipocriti meccanismi del sistema industriale su cui essa si regge. Il discorso metatestuale prende vita con lo stile barocco del regista di La La Land (in questa occasione proiettato verso l'immaginario del grande cinema americano a cavallo tra Anni Venti e Cinquanta), traducendosi in un mosaico irriverente e post-moderno che a più riprese sembra voler fornire una risposta complementare all'ultimo Tarantino.
Tralasciando la ben visibile abilità nella gestione di ogni componente registica e nella ricostruzione scenica, di gran pregio sono tutte quelle sequenze dedicate al processo creativo dei film, ben incastonate in una storiografia visuale sulla transizione muto-sonoro, con tutte le evoluzioni tecnologiche derivate. Equamente straordinaria è l'atmosfera da baccanale noir che ammanta le vicende: più che Babilonia, Hollywood pare un Olimpo popolato da divinità del tabloid in preda ai capricci e ai vizi più sfrenati, disincantate vittime della propria brama d'immortalità.
Purtroppo Chazelle regista non esplicita la stessa raffinatezza con la penna. La sua sceneggiatura velleitaria perde ben presto il senso della misura nell'accumulo di sottotrame, sottotesti e personaggi labili; fin troppo spesso si ha la sensazione che il film non sappia quale direzione prendere e che i protagonisti compiano un percorso evolutivo di cui viene mostrato solo lo stato iniziale e quello finale, suscitando non indifferenti dubbi. Maldestri inoltre i tentativi di dare profondità tramite dialoghi didascalici, mentre tutte le soluzioni visive atte a scioccare (il vomito, la *****, lo sperma) alla lunga imbarbariscono l'operazione, risultando superflue. Incolpevole il cast, che chiaramente si trova intrappolato in ruoli tagliati con l'accetta. Tra Brad Pitt col pilota automatico e un Jovan Adepo che pare passato per caso sul set, spicca la mimesi di Margot Robbie nei panni della menade Nellie LaRoy, facilmente tra le icone del nuovo decennio. Tobey Maguire è l'insospettabile sorpresa del film, non fosse per la natura filler della sua storyline.
La sequenza finale con immagini di Avatar, Matrix e altri titoli seminali è quanto di più ricattatorio e spudorato potesse offrire un film come Babylon, esempio di cinema commerciale che, pur mirando all'atto d'accusa contro l'industria che minaccia l'arte, finisce per adagiarsi tra gli allori della stessa industria.
Vegetable man  04/03/2023 13:11:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Raramente ho visto al cinema così tanta distanza tra "l'effetto sperato" e "l'effetto ottenuto" come nella sequenza finale. L'irritazione provata fino a quel punto per un film che si trascina da mezz'ora senza il minimo senso lascia il posto all'imbarazzo per il registra.