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ATLANTIC CITY, U.S.A. regia di Louis Malle

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amterme63     7 / 10  20/10/2007 16:58:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A me è sembrato un film francese ambientato negli Stati Uniti. L’impronta francese sta nel dedicare il film a isolare e esaltare la figura di due personaggi comuni, che piano piano emergono dal contesto che li circonda e vengono nobilitati dal rapporto speciale (amicizia/amore/complicità) che si instaura fra di loro.
I due caratteri che dominano il film sono una giovane canadese idealista, frustrata e vogliosa di cambiare la propria vita (interpretata da Susan Sarandon) e da un anziano ex manovale della criminalità (Burt Lancaster) che vive tristemente di ricordi, accudendo una vecchia ex-vamp nevrotica e cercando di dimenticare la propria mediocrità. Vivono entrambi in un mondo senza prospettive sia economiche che etiche. Viene tratteggiata una città americana (Atlantic City, vicino Philadelphia) in piena decadenza, nel ricordo del bel tempo che fu, la quale spera di rilanciarsi dandosi al gioco d’azzardo, diventando una specie di Las Vegas. Intorno ai due domina quindi il degrado, l’egoismo e la caccia al guadagno facile.
I meccanismi della storia faranno in modo di dare ai due l’occasione del riscatto, in forma di una partita di droga che frutta un bel mucchio di soldi e la realizzazione dei loro desideri. Per fare ciò non si peritano di alcuna considerazione morale, non pensano al danno dell’oggetto che commerciano e al fatto che devono uccidere per farla franca. Addirittura queste azioni quasi esaltano i due, specialmente il vecchio il quale supera così il complesso della “mediocrità” che lo affliggeva.
Il tutto è ben congegnato per far identificare lo spettatore con i due protagonisti, rivelando il loro carattere e la loro storia piano piano durante il fim, facendoci così affezionare a loro e rendendo “giustificate” le loro azioni. Al di là del bene e del male rimane quindi la loro grande forza interiore, il loro ribellarsi ad un ambiente degradante e il bel rapporto di complicità interiore che li lega. I desideri e i sentimenti individuali contano più delle norme sociali e collettive.
La sceneggiatura ha molti punti deboli e purtroppo vengono un po’ sacrificati i personaggi secondari, che fanno da semplici comparse e comprimari per i protagonisti. Il lieto fine appaga lo spettatore ma toglie drammaticità e sminuisce l’impatto del film. Ma forse a Malle interessava fare solo il ritratto di due “bei” personaggi divertendo con una storia un po’ comica e sentimentale e con risvolti di critica sociale. Quindi un buon film interessante ma non certo un capolavoro.