Alpagueur 5½ / 10 09/03/2021 18:37:54 » Rispondi Il tuo godimento di questo film horror italiano degli anni '80 dipenderà probabilmente in qualche modo dalle tue aspettative. Se ti aspetti un film superiore di di Lucio Fulci (Fulci ha prodotto questo), probabilmente rimarrai un po' 'deluso (ma per essere onesti non è davvero peggio di molte delle cose che il maestro del sangue stesso stava dirigendo alla fine del suo carriera). D'altra parte, però, se hai visto uno dei lavori precedenti di Mario Bianchi, il vero regista di questo (per esempio, il suo mortale noioso "Satan's Baby Doll"), troverai senza dubbio questo relativamente divertente. Una famiglia, composta da un padre, Richard Hamilton (Gabriele "Mr. Laura Gemser" Tinti), dalla sua seconda moglie Nora (Adriana Russo) e dai suoi tre figli: un figlio di 8 anni, Maurice (Edoardo Massimi), una voluttuosa figlia 22enne, Georgia (Luciana Ottaviani) e il suo figlio adulto 20enne Charles (Massimiliano Massimi), che si presenterà più tardi, tutti vanno in una tenuta di famiglia isolata per incontrare la "zia Marta" del padre che è stata appena rilasciata dopo aver trascorso trent'anni in un istituto psichiatrico per pazzi criminali. Naturalmente questa suona come una cattiva idea, ma se i personaggi stupidi non facessero cose stupide come questa, avremmo film horror molto meno cruenti. Il posto è gestito da un inquietante custode, Thomas (Maurice Poli) e l'arrivo di "zia Marta" è misteriosamente ritardato. Nel frattempo, iniziano a succedere cose strane di ogni genere...Questo film non è molto ben ritmato poiché quasi tutti gli omicidi si svolgono in un periodo di dieci minuti verso la fine. Almeno sono opportunamente cruenti, una cosa che all'estero piace degli italiani è che non hanno alcun rimorso nel fare cose come decapitare attori bambini impertinenti con le motoseghe. Tinti è sempre divertente, anche in ruoli come questo in cui non sta girando "la bestia con due schiene" con la sua più famosa moglie. La Russo e la Ottaviani hanno entrambe scene di nudo memorabili. Penso che la prima potrebbe essere la sorella della voluttuosa Carmen Russo (si assomigliano comunque molto) mentre la seconda è apparsa in diversi film di Joe D'Amato come "11 Days, 11 Nights" e "Convent of Sinners" (qui fa una doccia lunghissima e molto calda che da sola potrebbe valere il prezzo di ingresso). Personalmente ho trovato ben poco di Fulci in questa pellicola, le musiche di Gianni Esposito sono buone con score interessanti e mi hanno ricordato vagamente quelle de "Il giorno degli zombi" di Romero del 1985 (John Harrison), perlomeno in alcune sonorità. Ricapitolando quindi il film è abbastanza decente, a seconda delle tue aspettative...io non ho mai avuto un particolare feeling col modo di fare horror di Fulci (ho sempre preferito i suoi thriller), per cui ho trovato questa pellicola piuttosto originale.
La scena finale è una delle tante rivisitazioni di "Un avvenimento sul ponte di Owl Creek" ("Fiume galeotto" nella serie "Alfred Hitchcock presenta..."), cortometraggio del 1962 diretto da Robert Enrico tratto dal racconto "An Occurrence at Owl Creek Bridge" di Ambrose Bierce, pubblicato originariamente nell'antologia Tales of Soldiers and Civilians (1891). Quello che cambia è che nel cortometraggio il soldato sudista sta per andare incontro alla morte per impiccagione, mentre in questo film Richard non muore ma si salva (per il compimento della vendetta della zia Marta), in comune hanno il fatto che entrambi si immaginano tutte le vicende del film dopo l'impatto mortale (la caduta dal ponte con la corda al collo e l'incidente frontale con l'autocarro). Altri film che hanno sfruttato questo espediente narrativo e che ora mi vengono in mente sono "Allucinazione perversa" (1990) di Adrian Lyne e "Sonno profondo" (2013) di Luciano Onetti, e di nuovo il protagonista nel primo caso muore mentre nel secondo sopravvive. Però ecco sempre c'è questa sorta di flashback a lunga durata (quella del film) che precede l'istante decisivo.