AleWiseGuy 8 / 10 01/04/2023 09:03:42 » Rispondi Godibile e ben riuscito esperimento metacinematografico di Salvatores che fa il suo piccolo Otto e mezzo, arricchendolo con un doppio binario narrativo che fa correre in parallelo la crisi creativa e senile del regista Bernardi con quella del suo personaggio Casanova, anch'egli adombrato dallo spettro dell'invecchiamento.
Servillo dipinge un Bernardi che ondeggia tra l'antipatia egoico-narcisista del "maestro" di cinema ormai a fine carriera ("maestro di che?" lo apostrofa lapidario un portiere d'albergo) e l'involontaria comicità di situazioni che lo vedono scontrarsi con la tecnologia invadente e vagamente inquietante della sua dimora iper-connessa (divertente anche la scena della sala bancomat che lo imprigiona). Tra l'altro i temi della passione maniacale di certi anziani per il digitale e i dispositivi elettronici che "sentono" e ragiscono all'umore delle persone sarebbero degni di approfondimento.
Ottimo il lamentoso e impolverato Casanova di Bentivoglio, ancora capace comunque di qualche dinamica stilettata, amorosa e non...Da segnalare poi la bellezza luminosa e purissima di Marcolina, forse un po' penalizzata dalla recitazione ancora acerba dell'attrice che la interpreta. Molto brava e intensa invece Sara Serraiocco nella parte della volitiva musa contadina che tenta di redimere il cinismo depresso di Servillo-Bernardi.
Mi sono piaciute molto alcune scene semi-oniriche che ho trovato ottime trovate a livello di sceneggiatura: l'incontro casuale del regista con Silvia che scende da un gigantesco trattore per essere immediatamente provinata, la cacciata dall'albergo dei giornalisti a suon di colpi di lama e il finale,
con l'amata Silvia che esce dalle acque del lido di Venezia in abito da sera, notturna Venere botticelliana che porta in grembo un infante e forse una nuova vita per il regista, deluso dalla sconfitta al festival. Anche perchè "morto un film, se ne fa un altro".