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QUINTO POTERE regia di Sidney Lumet

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chry2403     3 / 10  16/02/2010 11:24:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film molto furbo che cerca cinicamente di sfruttare la morte della giornalista americana Christine Chubbuck suicidatasi in diretta televisiva solo un anno prima dell'uscita del film. Il regista Lumet critica un sistema televisivo che in quei tempi non aveva ancora il potere di adesso con il clamoroso annuncio della morte dell’achorman, gesto che viene subito accantonato ma utile come specchietto delle allodole per attirare il pubblico.

La visione è molto incostante, si passa da una tranquillità apatica ad un turbinio di parole da parte dell’anchorman e della responsabile dei programmi, irritanti in entrambi i casi per il modo in cui vengono espresse, anche se spesso corrispondono alla realtà dei fatti di tutti i giorni. Totalmente fuori dalla realtà invece l’accordo con i terroristi: le forse dell’ordine non dicono nulla? Nessuna indagine? Nessun provvedimento?

Ho trovato lodevole l’idea che la televisione potesse essere pericolosa influenzatrice delle masse, ma è stato mostrato in modo troppo pesante ed estremamente chiassoso ottenendo il risultato di far calare l’attenzione dello spettatore invece d’incrementarlo come suppongo fosse l’obiettivo del regista. Trovo molto azzeccato il titolo italiano, decisamente migliore dell’originale che non dice proprio nulla.

Il finale è incomprensibile, le motivazioni del suo svolgimento possono anche essere chiare, seppur ciniche, ma il modo è fuori da ogni logica: Lumet ha preferito chiudere il film col botto confondendo ancor di più la visione.

Indubbiamente Finch non è stato affatto malvagio nell’interpretazione dell’anchorman pazzoide ed anche la Dunaway ha mostrato una buona grinta: due Oscar meritati. Gli altri si sono adagiati troppo nei loro ruoli più tranquilli e nessuno ha dato sfoggio di qualche lampo di classe tranne un Duvall in buona forma. Incomprensibile l’Oscar alla moglie tradita.

Film molto pesante, mi sento di sconsigliarlo a meno che non si abbia voglia d'avere una serata molto irrequieta.