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UNA GRAN VOGLIA DI VIVERE regia di Michela Andreozzi

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Mauro@Lanari     5½ / 10  28/04/2023 23:01:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Adattamento del 10° bestseller di Volo, l'ex panettiere bresciano continua a narrarsi sapendo d'essere uno dei portavoce preferiti della sua generazione. A 50 anni, ormai pur'opinionista nei talkshow politici, ci racconta per interposti personaggi (gl'"Anna e Marco" dell'omonimo brano di Dalla '79) la sua separazione dall'islandese Jóhanna Maggy Hauksdóttir, insegnante di pilates e/o yoga non credo faccia molta differenza. Il film ruot'attorno al mantra "Un divorzio felice è meglio d'un matrimonio infelice", su Quinlan Raffaele Meale lo categorizzerebbe come "cinema borghese" e io vorrei chiedergli dove sarebbero ancora un cinema, un'art'e una cultura non borghesi nell'epoca della Grande Mondanizzazione Istituzionalizzata, in cui pure gl'esclusi ambiscono ai medesimi disvalori. Volo e la regista Andreozzi sono perfetti nell'esemplificare questo shi(f)t storico, "masters of life surfing", "coaches of coping and survival strategies", con l'ennesimo "Scene da un matrimonio" però sgombro di velleità intellettualistiche e in almeno 5 lingue modello Erasmus, ops: modello scuola primaria internazionale di Milano. Lo status symbol del "globetrotting" camuffato da "on the road" sempre pronto a simboleggiare chissà che mutamento interior'e con Pezzali nel ruolo di se stesso a ricambiare il favore della presenza di Volo nel video per "Qualcosa di nuovo" (2020: https://www.youtube.com/watch?v=iO9Fg7EGqO8). Nel film viene cantat'a squarciagola "Nord sud ovest est" (883 '93), decisivo il verso "E forse quel che cerco neanche c'è", tormento immensamente più semplice da gestire coi soldi accumulati nel frattempo.