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A GOOD PERSON regia di Zach Braff

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stratoZ     6½ / 10  17/04/2024 13:00:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Personalmente non mi è dispiaciuto, sebbene non l'abbia trovato particolarmente originale, anzi, è il classico dramma a senso unico, quello dove un evento tragico causa una reazione a catena di problemi, alcuni nuovi, altri latenti, che andranno a mandare in fumo la vita dei personaggi, però nel suo pessimismo e drammaticità di fondo mi è sembrato essere sempre credibile, mai retorico e difficilmente alla ricerca della lacrima facile, riesce a trasmettere una buona empatia, tirando in mezzo sentimenti e tematiche importanti come elaborazione del lutto, apatia, senso di colpa, dipendenza da droghe e alcool, la crescita emotiva durante l'adolescenza, il rapporto con i genitori, riuscendo comunque a contestualizzare il tutto molto bene all'interno della storia, senza allungare inutilmente il brodo, tramite una serie di personaggi discretamente riusciti.

Allison, interpretata da una validissima Florence Plough, poco prima di sposarsi, causa per una distrazione, ma anche per molta sfortuna, un incidente stradale che porterà alla morte della futura cognata e del marito, da lì in poi la sua vita che sembrava andare alla grande andrà in frantumi, non riuscendo a sopportare la situazione lascerà il futuro marito e diventerà dipendente dall'ossicodone, le sue giornate consisteranno nello stare a casa a crogiolarsi nel dolore e nell'apatia, ma quando il medico inizia a non prescriverle più le pillole ecco che entra in crisi, inizialmente andandone alla ricerca, poi decidendo di prendere parte ad un percorso di cura, in cui incontrerà anche Daniel, padre del suo ex che ha ripreso a bere dopo anni a causa della morte della figlia, da lì i due stringeranno un nuovo rapporto che li aiuterà reciprocamente.

Sono i personaggi che funzionano tanto all'interno della storia, con la figura di Freeman, padre non modello, ex poliziotto ubriacone, violento e dalla tendenza patriarcale, ormai avanti con l'età che col tempo si è pentito dei suoi sbagli ed è alla ricerca della redenzione, anche se il rapporto col figlio è inevitabilmente minato dalle violenze che ha subito in gioventù, proverà a rifarsi costruendo un rapporto migliore con la nipote rimasta orfana, altro personaggio in piena fase di elaborazione del lutto, dal carattere ribelle e alla ricerca di una figura di riferimento, alle prese con le prime esperienze sessuali, inizialmente riluttante nell'avere un rapporto con Allison, anzi in collera quando la ritrova in casa essendo considerata la responsabile della morte dei genitori, progressivamente stringerà un rapporto che la porterà verso un percorso di crescita e autoconsapevolezza.

Alla fine tra alti e bassi è un film sulla redenzione e sulla guarigione, dallo spirito quasi fatalista, racconta bene i traumi e l'impegno dei protagonisti per superarli, o accettarli, non osando particolarmente e restando su binari sicuri, però rimane sempre credibile e ha una narrazione, così come le interpretazioni che riescono a dare una buona forza impattante alla visione e ai sentimenti che ne comporta. Personalmente lo promuovo