Una testimonianza davvero preziosa per il genocidio degli ebrei. Robert Enrico (regista sconosciuto per me) racconta in maniera distaccata e glaciale le vicissitudini di questo personaggio all'interno del ghetto di Varsavia (argomento di molte mie ricerche da ragazzo, poiché fu l'unico caso di rivolta degli ebrei ai nazisti). Tutto potrà dirsi di come è narrato, tranne che sia fatto con retorica. Non ci sono violini che segnalano quando piangere; non ci sono scene volutamente strappalacrime. Tutt'altro. Le scene sono secche, dure di proprio conto, senza dover essere evidenziate da qualcosa di collaterale. Personalmente, sono rimasto agghiacciato dalle scene relative al campo di Treblinka, dove ciò che sapevo accadesse viene sbattuto in faccia allo spettatore nella maniera più cruda possibile. Questo regista deve essere tenuto in osservazione.
Nota: in questo film è presente la bravissima Marsha Meryl (spero che si scriva così), cioè l'attrice che interpretò la veggente in "Profondo rosso" di Dario Argento.