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CATTIVA COSCIENZA regia di Davide Minnella

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epik     5 / 10  17/08/2023 13:47:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Purtroppo un'occasione persa: il soggetto c'è, l'intreccio anche (compresi vari call back), ma ci sono parecchi limiti che a mio avviso compromettono la buona riuscita del film.
L'estetica certamente non è affatto televisiva, ma ho trovato il tutto abbastanza patinato, lontano da altre produzioni italiane più semplici e schiette, e quindi anche più asciutte, dritte al punto.
Diversi dialoghi sono poco credibili e ho trovato il timing strano, lento. Non parlo di lentezza riferita a tutto il film, allo svolgimento della trama, no. Parlo dei dialoghi nelle scene, parlo della scelta di soluzioni pesanti/lente/pleonastiche, come nel dialogo al parcheggio.
Passaggio velocissimo sulla tecnica: mi ricordo René Ferretti in Boris che dice: "Gli americani la differenza la fanno nella cura dei ruoli minori, nella qualità della recitazione". Ecco, qui in alcuni ruoli minori ho visto difficoltà nella recitazione, purtroppo.
Inoltre, troppa carne al fuoco, che specialmente sul finale è diventata difficile da gestire, con alcuni sviluppi della storia (o semplici reazioni che ci saremmo aspettati dai protagonisti) che sono semplicemente caduti nel nulla.
Inoltre il film manca di spinta: da spettatori vorremmo vedere molto di più su cosa comporta la mancanza di coscienza. Di certo avrà impatti enormi, anche crudi/violenti/perversi che noi non abbiamo minimamente visto. Vorremmo poi vedere molto di più su come le coscienze del "Mondo altro" riescano a reggere a tali carichi di lavoro e responsabilità, specie per come è stato descritto quel sistema con tutte le sue regole: quali i dissidi interiori, quali gli stress cronici, quali gli assilli, quali soprattutto le reazioni a tutto ciò? Ovviamente tutte queste cose possiamo vederle in chiave comica oppure in chiave drammatica, o ancora con un misto delle due.... ma vogliamo vederle.
Qui l'altro punto: deve far ridere questo film? Deve far riflettere? Sul riflettere ho già detto qualcosa, evidenziando il poco mordente. Sul ridere siamo purtroppo blandi. Non basta poggiarsi sul talento della Guzzanti, su Benvenuti e inserire un guitto napoletano: il film rimane poco brillante. Questi aspetti mi sono sembrati più furbi espedienti che una vena comica ben fusa con tutto il resto.
Sebbene non si tratti della solita "storia teen" (per dirla sempre alla Boris [sarà la Guzzanti che me lo rievoca!] ), il film sembra comunque strizzare, per me troppo, l'occhio a un pubblico adolescente o, peggio, ex-adolescente nostalgico (Motta illustra bene questo aspetto). I protagonisti sono adulti, inseriti nel mondo del lavoro, in età da matrimonio, ma i dialoghi, le reazioni, i comportamenti parlano a quel pubblico (ex)adolescenziale, rendendo il tutto poco verosimile a mio avviso.
Ma cosa stanno dicendo a quel pubblico? Che messaggio vogliono trasmettere? Io ho trovato il film molto conformista, che strizza l'occhio a una platea genericamente di sinistra (Drusilla affascina proprio quella fetta di spettatori), ma di quella cattolica, area scout. Il senso è un po': trasgredire va bene (siamo giovani e non vogliamo un mondo fatto di obblighi), ma poco e soprattutto a patto che si ritorni sulla retta via. No alle regole scritte, ma sì a capire finalmente in modo autonomo che in fondo quelle regole erano corrette: ci siamo arrivati da soli, senza obblighi e anche un po' sbagliando, ma alla fine abbiamo messo la testa a posto. E' un po' il classico e stereotipato "viaggio dell'eroe" che supera le prove e finalmente matura, cresce, capisce. Ha stravinto il messaggio conservatore. Film iper-politicamente corretto. Quando poi hanno anche calcato la mano sul destino, l'ho trovato sinceramente un po' patetico. I colpi di testa sono fini a sé stessi, riscoprite i valori che finora non avevate visto con lo sguardo giusto.
Tornando al girato, in generale il tutto mi è sembrato il festival dell'inverosimile. Non parlo del mondo delle coscienze ecc: tutti abbiamo visto Harry Potter, il Signore degli Anelli e non stiamo li' a chiederci perché il ragazzino vola o il mago fa' scomparire le persone..... ma parlo proprio delle reazioni umane, della coerenza all'interno del mondo reale e anche del "Mondo altro" (vedere spoiler). Diverse cose ci vengono descritte, raccontate, abbozzate, ma io vorrei vederle per quelle che sono, fino in fondo, in modo sicnero. Manca lo "show, don't tell", soprattutto nel "Mondo altro" e manca, alla fine, l'onestà.
Troppe, troppe cose mancano o rimangono superficiali. Il soggetto c'era, gli intrecci (tecnicamente parlando) anche, ma il tutto è trattato in modo pesante. Non sono le quasi due ore di film a tediarmi. A me sono sembrate 3, proprio per questa pesantezza data dai dialoghi ridondanti e col timing sbagliato, dalla cappa pseudoadolescenziale, dal pieno di retorica, dalla morale conformista. Non basta la Guzzanti, Benvenuti e il guitto napoletano a rendere questo film leggero. Rimane comunque un pappone moralista.


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epik  17/08/2023 14:00:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma la schwa in un punto a caso dentro la parola "coscienza" nella locandina del film? :-D La noto solo ora e conferma il discorso sullo strizzare l'occhio al target, al pubblico di riferimento.

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