Boromir 8 / 10 28/02/2023 21:08:22 » Rispondi Splendido e controverso. Una tragedia visivamente appariscente e dal tocco documentaristico che Francesco Rosi eleva a visione della corrida dal dietro le quinte. Grazie alle lunghissime lenti 300mm di Pasqualino De Santis (usate fino a quel momento per le riprese calcistiche), Rosi cattura la pittoresca brutalità di una così antica tradizione, in modo da porre sotto esame antropologico l'ancestrale voyeurismo insito nella spettacolarizzazione della morte. Ne risulta un'indagine che fa leva sullo scarno realismo dell'immagine come contrappunto alle derive operistiche, mettendo lo spettatore a stretto contatto con l'azione. Il protagonista, reale matador, evidenzia il proprio talento naturale nella tauromachia e al contempo regala una rabbiosa intensità alla suo percorso evolutivo, da duro giovanotto di campagna a friabile idolo dell'arena.